Miglio d'Oro, un tesoretto contro la crisi dei 50 anni per le Ville Vesuviane

Miglio d'Oro, un tesoretto contro la crisi dei 50 anni per le Ville Vesuviane
Dieci milioni di euro, è il regalo di compleanno per i 50 anni della fondazione Ville Vesuviane. Era il luglio del 1971 quando fu istituito l'allora Ente, fortemente...

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Dieci milioni di euro, è il regalo di compleanno per i 50 anni della fondazione Ville Vesuviane. Era il luglio del 1971 quando fu istituito l'allora Ente, fortemente voluto da Pietro Lezzi, all'epoca deputato del Psi e poi europarlamentare e sindaco di Napoli. L'immenso patrimonio artistico del Miglio d'Oro, risalente al Settecento, versava in condizioni di grave abbandono e fu grazie all'impulso dato da Lezzi e dall'architetto Paolo Romanello, che è stato direttore dell'Ente-Fondazione per oltre trent'anni, che potè cominciare una fase di restauro ancora da completare.

Cinquant'anni in cui è stato fatto veramente tanto, dal lavoro di catalogazione delle 122 ville disseminate lungo il Miglio d'Oro (tra Napoli, San Giorgio a Cremano, Portici, Ercolano e Torre del Greco), il luogo dove i nobili napoletani del XVIII secolo, per emulare il re Carlo di Borbone che aveva scelto come residenza estiva la Reggia di Portici, decisero di far costruire le proprie dimore tra le pendici del Vesuvio e il mare, con le firme di grandi architetti come Vanvitelli e Sanfelice. Prima della nascita dell'Ente queste residenze erano totalmente sconosciute e abbandonate; oggi le ville sono quasi tutte catalogate ma solo alcune sono state oggetto di restauro e sono aperte al pubblico; altre sono in disuso e circa la metà riversa tuttora in condizioni fatiscenti e di degrado. Veri e propri ruderi che delineano il controsenso dell'immenso patrimonio del Miglio d'Oro tra splendore e decadenza.

Tra le ville recuperate e sotto la tutela e gestione della Fondazione c'è innanzitutto Villa Campolieto a Ercolano, la prima a essere restaurata nel 1984 e ora al centro delle attività di rilancio turistico-culturale; Villa Ruggiero, a Ercolano, sede del Comune e della biblioteca comunale; Villa delle Ginestre a Torre del Greco, dove Giacomo Leopardi trascorse gli ultimi anni della sua vita, di proprietà della Federico II; la parte a mare di Villa Favorita ad Ercolano (la parte a monte del compendio Favorita, che è demaniale, è chiusa e un blocco ottocentesco adiacente, oggetto di un crollo l'anno scorso, è in fase di ristrutturazione).

«La Fondazione - dice Gianluca Del Mastro, presidente della Fondazione - ha cercato di mettere ordine nella tutela e valorizzazione delle ville. Abbiamo ottenuto un finanziamento dalla Regione, dal ministero dei Beni culturali e dall'Europa. In particolare, 2 milioni e mezzo per Villa delle Ginestre e 6 milioni e mezzo per Villa Ruggiero, per la quale è nostra intenzione farne la residenza di una grande biblioteca trasferendo gli uffici comunali. L'obiettivo è trasformare questi straordinari contenitori in luoghi di cultura attiva in modo da attirare un ampio bacino di turisti. Lo scopo è valorizzare l'asse del Miglio d'Oro, perchè non sia solo una zona di passaggio tra Napoli e Pompei. In questo senso, rientrano iniziative come il Festival delle Ville Vesuviane, il premio nazionale La Ginestra, mostre, seminari e ora anche i set cinematografici nelle Ville». Tra le altre ville riqualificate, sedi di vari enti o strutture ricettive, ci sono Villa Bruno e Villa Vannucchi a San Giorgio, Villa Aprile e Villa Signorini a Ercolano, Palazzo Reale e Palazzo Amoretti a Portici, Villa Macrina e Palazzo Vallelonga a Torre del Greco.

Ma il vero rebus sta nel fatto che la maggior parte delle residenze appartiene a privati: sono 750 i proprietari sparsi per il mondo. E questa rete intricata rende difficile il coordinamento degli interventi. Così, si assiste spesso a drammatici crolli come quello, nel 2011, della facciata di Villa Lauro Lancellotto a Portici; o di quello di un'ala di Villa D'Elboeuf, sempre a Portici, nel 2014 (acquistata da una società napoletana è in fase di restauro). «La difficoltà più grande è rintracciare - dice Del Mastro - le centinaia di proprietari privati, molti cambiati numerose volte o residenti all'estero».

Tra i progetti, oltre che procedere a una nuova schedatura, c'è quello di acquisire nuove dimore tra Portici e Torre del Greco. «Il monito è che tutti gli enti istituzionali possano acquisire consapevolezza su questo patrimonio; la speranza è che Fondazione possa assicurarsi una stabilità economica per acquisire altre bellezze», dice Del Mastro.

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Il Mattino