Migranti accolti nel centro di Marechiaro giochi per dimenticare l'odissea in mare

Poco prima dell’ora di pranzo al centro polifunzionale San Francesco d’Assisi a Marechiaro squilla il cellulare della responsabile. È la comunicazione...

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Poco prima dell’ora di pranzo al centro polifunzionale San Francesco d’Assisi a Marechiaro squilla il cellulare della responsabile. È la comunicazione dell’arrivo di altri sei migranti sbarcati la scorsa notte a Napoli.  Lia Colucci fa partire subito la macchina dell’accoglienza. Le donne che organizzano le stanze, corrono nei depositi a prendere i generi di prima necessità. Asciugamani di carta, qualche vestito, intimo, sapone, spazzolino e dentifricio. Sistemano tutto in alcune stanze e poi attendono l’arrivo dei ragazzi.

 

Il centro polifunzionale di Marechiaro è una struttura comunale che oggi ospita circa 60 migranti. Due edifici e una palazzina bianca e gialla che si incontrano a metà strada sulla discesa che porta alla famosa finestrella. L’istituto è dedicato ai minori svantaggiati che ogni giorno arrivano per seguire un programma di inclusione, teatro di animazione con le classiche guarattelle e uno spazio ludico con ping-pong e  calciobalilla.  E da ieri a giocare ci sono i giovani migranti accolti momentaneamente nella struttura. Qualcuno è scalzo, altri hanno rimediato delle scarpe. Qualche minuto di divertimento per cominciare a dimenticare i giorni drammatici che hanno dovuto vivere  per arrivare in Italia. 


Ad accoglierli il buon cuore dei napoletani che non appena saputo del loro arrivo hanno donato i generi di cui avevano bisogno. «Abbiamo rivolto un appello alla comunità  - ha spiegato Lia Colucci – e ci hanno risposto in molti. Ma chiediamo di non portarci cose usate». Tanto lavoro anche per i mediatori culturali. Dilal dell’associazione Dedalus ha 19 anni ed è arrivato in Italia dal Bangladesh nel 2015. Anche lui è arrivato su una barca di plastica e come i ragazzi giunti al centro di Marechiaro ha trascorso 15 giorni fermo in Libia. Adesso parla discretamente l’italiano e vuole aiutare chi si sente spaesato: «Anche io sono arrivato con tanta paura – ha raccontato – voglio dare a questi ragazzi appena arrivati speranza e serenità. Ho cominciato a parlare con loro ma lo farò ancora, li abbiamo tranquillizzati, ora sanno che non sono più in pericolo di vita e solo in un secondo momento aiuterò questi ragazzi a capire cosa desiderano fare».  
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Il Mattino