Cure fuori regione, accuse e proteste: in un anno 89mila migranti campani

Cure fuori regione, accuse e proteste: in un anno 89mila migranti campani
Dove vanno i pazienti della Campania che non vogliono essere curati nella propria regione? In Lombardia, soprattutto. In ogni caso al Nord. Calabresi e siciliani pure migrano...

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Dove vanno i pazienti della Campania che non vogliono essere curati nella propria regione? In Lombardia, soprattutto. In ogni caso al Nord. Calabresi e siciliani pure migrano verso Milano se hanno problemi di salute che non vogliono risolvere nella propria città. Cifre e geografia della migrazione sono stati raccolti dalla fondazione Gimbe, che si occupa di formazione e ricerca in ambito sanitario. Dalla Campania, ogni anno, partono in migliaia. Nel 2014 bel 89 mila pazienti sono andati a ricoversarsi negli ospedali del Settentrione.


«Danno d'immagine e danno economico» commenta la professoressa Maria Triassi, direttore della Scuola di Specializzazione in Igiene e Medicina Preventiva alla Federico II. E precisa: «Perché questi malati pagano le prestazioni secondo i tariffari delle Regioni ospitanti e spesso si paga di più fuori della Campania, perché anche l'indotto si sposta altrove e mi riferisco ai parenti che dimorano in albergo, spendendo anche per mangiare. A questo aggiungiamo anche le spese per eventuali controlli post degenza. C'è da augurarsi che la nuova organizzazione sanitaria della Regione Campania, la ridefinizione ospedaliera per numeri di posti letto disponibili e valide alternative ai ricoveri, facciano segnare una inversione di tendenza». Ed, ancora, sottolinea Triassi: «Particolare attenzione auspico che sia dedicata alle branche e alle discipline che fanno registrare il maggior numero di esodi fuori dal territorio regionale. Per capirne i motivi e porvi un rimedio». L'ammontare della spesa sanitaria in Italia aumenta ogni anno senza che corrisponda un miglioramento nella qualità delle prestazioni, né che si riesca a frenare il ricorso alle prestazioni private pagate di tasca propria dai cittadini, dicono le associazioni dei pazienti.


«Se nel 2012 spendevamo quasi 111 milioni di euro e oggi siamo arrivati a superare i 117 milioni occorre interrogarsi. I costi vanno messi sotto controllo e le prestazioni migliorate. E anche noi medici dobbiamo fare la nostra parte» polemizza il docente. E conclude: «La disinformazione fa spesso più danni di molte potenziali carenze. In Campania esistono tante eccellenze, molte delle quali attraggono pazienti anche dal Nord. Per questo non è raro che un cosiddetto viaggio della speranza finisca per il paziente con un biglietto di ritorno in Campania».

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Il Mattino