QUARTO. Sembra essere tornata la stagione dei veleni in città. A riaprirla una lettera inviata al Comune nella quale spuntano pesanti accuse contro il sindaco, un...
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Durissime le accuse contenute nella lettera, ad iniziare da quelle rivolte al consigliere Giovanni Santoro della lista civica Uniti per Quarto. A Santoro, indagato da febbraio per falso in atto pubblico, viene «ricordato» di essere sotto inchiesta. Dopo averlo apostrofato in malomodo, per il consigliere arriva una sorta di previsione giudiziaria: riceverà presto un altro avviso di garanzia.
L'autore del documento accusa poi l'assessore Mauro Scarpitti, con delega al Patrimonio, di estorsione nei confronti dei potenziali acquirenti degli alloggi popolari. Nel mirino anche il sindaco Capuozzo. Per la fascia tricolore un'accusa quanto meno sibillina, quella di aver combinato «una braciola», vale a dire un imbroglio, con un suo datore di lavoro. Accuse vaghe, per nulla circostanziate, ma sufficienti a far scattare un'inchiesta interna al Comune. «Evidentemente con l'opera di dismissione del patrimonio comunale stiamo dando fastidio a qualcuno - sottolinea l'assessore Scarpitti - ma c'è di più: come è possibile che venga protocollato un documento senza che nessuno sappia chi sia stato a farlo? Parlerò con il segretario generale e valuteremo l'apertura di un'inchiesta interna».
Qualcuno potrebbe aver agito dall'interno di via De Nicola, con la chiara volontà di danneggiare l'immagine del sindaco, della giunta e del consiglio comunale. Questo quanto ipotizzato da uno dei tre «protagonisti», suo malgrado, della missiva al veleno. Una lettera sgrammaticata, con errori di battitura e nomi sbagliati. L'episodio - sul quale farà luce un'inchiesta interna - ricorda quello avvenuto esattamente un anno fa e sempre con le stesse modalità. Un dossier anonimo contenente documenti relativi alla pratica di condono dell'abitazione del sindaco, inviata a capigruppo e segretario, con un mittente in realtà inesistente. Si alzò un polverone senza precedenti, che anticipò quanto poi sarebbe accaduto nei mesi successivi. Uno dei consiglieri della ex maggioranza grillina, Giovanni De Robbio, si dimise dopo essere stato indagato per tentata estorsione nei confronti dello stesso sindaco. Avrebbe minacciato il capo dell'amministrazione facendo leva proprio sul presunto abuso edilizio. Ma ad essere indagato per falso e violazione delle norme in tema di edilizia fu anche il marito del primo cittadino.
All'epoca Rosa Capuozzo definì quel documento un «romanzo di fantasia», mentre oggi preferisce non rilasciare alcuna dichiarazione. «Èquantomeno doveroso aprire immediatamente un'inchiesta - aggiunge invece il consigliere Giovanni Santoro - ed inoltre, bisogna rivedere le regole dell'ufficio protocollo, ciò per evitare l'anonimato dei mittenti».
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Il Mattino