Era stata ricoverata per un ematoma alla gamba sinistra. La tac, invece, sembrò rivelare una lesione della milza tale da imporre un intervento chirurgico. Una volta in sala...
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LA STORIA
A distanza di tre anni e mezzo dal (presunto) caso di malasanità che scosse la Costiera, dunque, ancora si attende la decisione sull'eventuale processo a carico dei tre medici coinvolti. Si tratta di Pietro Gnarra, primario di Chirurgia dell'ospedale di Sorrento e ieri unico presente in aula, Loris Tango, altro medico in servizio presso il «Santa Maria della Misericordia», e Chiara D'Errico, membro del team di Radiologia. Il 9 maggio i loro difensori terranno le rispettive arringhe, dopodiché il gup valuterà se prosciogliere o disporre il processo per i tre medici. Fino a quel momento, però, il termine di prescrizione resterà sospeso. Il che allontana l'ipotesi di un clamoroso colpo di spugna.
È il 10 settembre 2015, quando Migliozzi viene ricoverata nell'ospedale di Vico Equense per un ematoma alla gamba sinistra. Dall'ecografia emerge la presenza di liquido nell'addome. Di qui il trasferimento a Sorrento, dove viene effettuata una tac di controllo dalla quale risulta una sospetta lesione della milza. A quel punto la paziente, che nel frattempo continua a perdere sangue dalla gamba, viene sottoposta a intervento chirurgico. In sala operatoria, però, i medici notano che l'organo è intatto. Per Migliozzi si aprono le porte della Rianimazione dove il 13 settembre le sue condizioni si aggravano fino alla morte.
I figli della 77enne denunciano la vicenda ai carabinieri e la Procura apre un'inchiesta. La svolta arriva dall'autopsia: secondo l'esperto nominato dalla Procura, «i medici dell'ospedale di Sorrento hanno una responsabilità negli eventi che portarono alla morte» della paziente, avendo agito «senza la dovuta prudenza, diligenza e perizia». Sul fronte opposto, invece, una perizia firmata da Francesco Corcione, uno dei chirurghi italiani più famosi, sostiene come Gnarra e Tango abbiano rispettato i protocolli sanitari e come l'intervento su Migliozzi fosse indispensabile alla luce del suo quadro clinico: emoglobina e pressione in calo, paziente sotto choc e sospetta lesione della milza. Ma che cosa ne pensano i figli della paziente? «Vogliamo giustizia per nostra madre spiegano . Se i medici dovessero essere condannati, devolveremo l'eventuale risarcimento a una fondazione impegnata nella ricerca sulle malattie rare». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino