Morsi, cadute e punture nella metropolitana di Napoli: ecco i furbetti dei risarcimenti Anm

La battaglia contro i truffatori vinta: le richieste di risarcimenti diminuiscono

La linea 1 della metropolitana
Ogni mattina un manipolo di truffatori s’infila in metropolitana per tentare ardimentose richieste di risarcimento; ogni mattina negli uffici di Anm un manipolo di addetti...

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Ogni mattina un manipolo di truffatori s’infila in metropolitana per tentare ardimentose richieste di risarcimento; ogni mattina negli uffici di Anm un manipolo di addetti studia i documenti, avvia indagini e rispedisce al mittente la maggior parte delle richieste.

A metà della prossima settimana verrà assegnato il nuovo bando per la copertura assicurativa dei danni in metropolitana e la Linea 1 si presenta con numeri finalmente «normali»: la battaglia contro i truffatori, avviata più di dieci anni fa, sta producendo i suoi risultati. Le richieste di risarcimento diminuiscono, le pratiche chiuse senza esito sono in crescita, i pagamenti sono ridotti ai soli reali danni che le persone subiscono in stazione o nei vagoni; resta il grande carico dei «riservati», i fondi che vanno tenuti da parte per le richieste di risarcimento che non sono ancora chiuse, ma anche in questo caso c’è buona certezza che i soldi resteranno nelle casse delle compagnie assicurative perché pian piano i nodi, e i tentativi di frode, vengono al pettine.

Ovviamente c’è sempre chi tenta di forzare il sistema di controllo cercando di ottenere soldi dalla metropolitana. È passata alla storia la richiesta di risarcimento di 7.600 euro per la puntura di un insetto che un utente ha sostenuto di aver subito durante un viaggio, sono sempre attuali le procedure intentate per i morsi dei cani. L’ultima va approfondita perché è paradossale: una persona viene inseguita da un randagio, cerca riparo in una stazione della metropolitana e lì dentro subisce un morso dall’animale, così decide di chiedere un risarcimento ad Anm perché l’aggressione è avvenuta in un luogo afferente alla Linea 1.

C’è, poi, chi tenta ad ogni costo di coinvolgere la metropolitana anche quando il presunto danno avviene lontano dai vagoni o dalle stazioni: è il caso delle grate poste su marciapiedi e strade, che servono a garantire flussi d’aria all’interno dell’infrastruttura. Se piove e qualcuno scivola su quei ferri, corre a chiedere un risarcimento ad Anm anche se le strutture non sono in gestione all’azienda e fanno parte della copertura stradale pubblica. 

Ci sono, poi, tantissimi casi in cui le persone si fanno male per davvero all’interno delle stazioni o dei treni. Anm chiede di ricordare a tutti gli utenti che, in casi del genere, per accelerare le pratiche, è sempre bene rivolgersi a uno degli addetti di stazione per compilare una prima dichiarazione che sarà utile a far procedere più celermente la procedura di risarcimento. 

In genere le scivolate sono generate da pozze d’acqua che si accumulano sulle scale o all’interno delle stazioni. In quel caso l’azienda ha l’obbligo di segnalare il pericolo e delimitarlo fino a quando non viene eliminato. Se per le infiltrazioni dall’alto la questione della segnalazione e della delimitazione è abbastanza semplice (anche se imbarazzante), quando invece si crea un velo d’acqua sul pavimento nei giorni di diluvio, a causa del transito dei passeggeri, diventa veramente difficile arginare i possibili pericoli.

Anche se esula dalla questione attuale, che è quella della copertura assicurativa per i danni a persone o cose in metropolitana, è importante affrontare anche la questione dei risarcimenti per presunti incidenti con i bus del trasporto pubblico.

Con giustificato entusiasmo Anm segnala che le truffe dei falsi incidenti sono quasi completamente debellate e nelle ultime rilevazioni sono prossime allo zero. Si tratta di una battaglia condotta con tenacia dagli uffici di Anm che, fino a dieci anni fa, erano costretti a pagare tariffe assicurative elevatissime proprio a causa dei troppi sinistri denunciati. Nel corso degli anni sono state avviate procedure di analisi costante dei sinistri, con l’ausilio della tecnologia, per individuare auto o persone che più e più volte denunciavano incidenti con i bus; si è sviluppata anche una forma di contatto diretto con i presunti danneggiati e, infine, s’è sviluppata la più importante forma di contrasto: corsi di aggiornamento per gli autisti svolti dalle stesse compagnie assicurative per individuare le corrette modalità di gestione dei presunti sinistri.

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Il Mattino