«Anche dopo la constatazione del decesso, l’infermiere ha continuato a passare numerosi fili di vieryl al chirurgo». La...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
La testimonianza di uno degli anestesisti indagati spinge le responsabilità della morte di Tommasina De Laurentiis più verso il primario di Chirurgia e il suo assistente, che avrebbero continuato ad operare sul corpo della 25enne quando ormai era già priva di vita. Queste dichiarazioni e la seconda perizia effettuata dal collegio nominato dalla Procura di Torre Annunziata sono ora al vaglio degli inquirenti. «Registrammo un crollo dei parametri vitali della paziente – spiega uno degli indagati – fino all’arresto cardiaco sopravvenuto alle 13.45 circa.
Alle 14.30 dichiarammo il decesso, Tommasina aveva ancora l’addome aperto e il chirurgo continuava a suturare, ricevendo dagli infermieri un enorme quantitativo di fili di sutura». I concitati attimi tra le 13.45 e le 14.30 sono raccontati anche da un altro anestesista: «Il chirurgo continuava ad applicare punti di sutura anche dopo che la paziente era andata in arresto cardiaco e anche dopo la constatazione dell’avvenuto decesso. Io ed i miei colleghi anestesisti uscimmo dalla sala operatoria alle 14.30».
Altro nodo, sul quale esistono diverse versioni, riguarda le pinze di clampaggio. Alcuni affermano di aver «passato al chirurgo le pinze» che servono in determinati interventi chirurgici per la chiusura emostatica di un vaso sanguigno. Invece, dall’altro lato, esistono altre affermazioni: «Non ho mai visto gli infermieri passare i clamp vascolari al chirurgo per bloccare l’emorragia». Al momento, nel registro degli indagati figurano i nomi di cinque medici: il primario di chirurgia, un assistente e tre anestesisti. Le posizioni dei cinque infermieri, invece, sono state stralciate nel corso delle indagini. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino