Morte di Davide, il sindacato di polizia: «Il foro sul petto è di entrata, non è stato colpito alle spalle»

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«Secondo quanto risulta dalle fotografie pubblicate dai familiari di Davide Bifolco, il giovane rimasto ucciso nel corso di un inseguimento a Napoli, il foro di proiettile sulla spalla è chiaramente di entrata e non di uscita: un dato che, non appena arriverà la conferma dall'esito dell'esame autoptico, dimostrerà in maniera inoppugnabile che il carabiniere non ha sparato direttamente alle spalle». È quanto afferma, in una nota, Franco Maccari, segretario generale del Coisp (Coordinamento per l'indipendenza sindacale delle forza di polizia).



Ciò, avvalorerebbe, prosegue Maccari, «il resoconto del militare, che sostiene di aver fatto partire il colpo accidentalmente, essendo inciampato durante l'inseguimento». «Naturalmente - prosegue Maccari - il compito di accertare la verità tocca agli investigatori, alla Magistratura e ai consulenti, che dovranno compiere senza condizionamenti i necessari approfondimenti tecnici. Ciò che lascia ancora una volta amareggiati è la solita gogna mediatica scatenata contro un agente in divisa chiamato a compiere il proprio lavoro: un lavoro difficile, pericoloso, e nel quale la tragedia è ogni giorno dietro l'angolo. Comprendiamo il dolore dei familiari del giovane rimasto ucciso, ai quali esprimiamo la nostra solidarietà, ma è doveroso mostrare la nostra vicinanza ad un collega che, oltre ad essere terribilmente scosso per la tragedia in cui è rimasto suo malgrado coinvolto, viene dipinto come un feroce assassino da chi non perde occasione per scagliare il proprio odio ed il proprio disprezzo verso le Forze dell'Ordine».
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Il Mattino