«Gianluca Abete, detto Luca (Avellino, 2 ottobre 1973 – Napoli, 8 dicembre 2014), è stato un personaggio televisivo,...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
«Gianluca Abete, detto Luca (Avellino, 2 ottobre 1973 – Napoli, 8 dicembre 2014), è stato un personaggio televisivo, showman e fotografo italiano». E’ quanto riportava Wikipedia fino a poche ore fa nella pagina dedicata all’inviato di ‘Striscia La Notizia’ in Campania. Peccato che l’8 dicembre sia ancora lontano e che Luca Abete sia, fortunatamente, vivo e vegeto.
Lo scherzo avviene dopo il servizio di Abete circa i beni confiscati alla criminalità organizzata nella provincia di Caserta, andato in onda nell’edizione di ieri, giovedì 20 novembre. Nel servizio l’inviato ha evidenziato l’abbandono della maggior parte dei siti confiscati alla camorra, di cui solo sei oggi riutilizzati in modo efficace.
Nel servizio successivo viene spiegato il fatto. Oltre la data di nascita, nella pagina wikipedia, compare anche la data di morte. Qualche riga più sotto compare la frase: «Viene ucciso dalla camorra l’8 dicembre 2014 perché troppo scomodo».
«Questa è un’altra intimidazione che fa seguito alle numerose minacce già pervenute al nostro inviato» dice Ezio Greggio nel servizio. Fanno seguito le parole della Hunziker dallo studio: «Luca Abete non si fa certo intimorire e prosegue nel suo lavoro».
Le frasi sono state rimosse da Wikipedia. La cronologia della piattaforma permette, però, di “ricostruire” le modifiche apportate sulla pagina. Attraverso gli indirizzi IP, dunque, sarà facile identificare il responsabile.
La reazione dell’inviato. «L'8 dicembre vi invito tutti a pranzo! Brindiamo alla faccia dei vigliacchi. Grazie a tutti! Il vostro sostegno è il regalo più bello che c'è!» scrive Abete sulla pagina Facebook, ricevendo il plauso di tantissimi sostenitori. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino