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L’Asl 3 Sud si costituirà parte civile nel processo per la morte dell’uomo colpito da infarto mentre attendeva di essere preso in carico dai medici nella sala d’attesa del Pronto soccorso dell’ospedale San Leonardo di Castellammare. Al fianco della famiglia del paziente, quindi, e contro i medici: è questa la decisione del nuovo direttore generale dell’azienda sanitaria Giovanni Russo che ieri mattina ha anche annunciato - come anticipato ieri dal Mattino - l’apertura di un’indagine interna «per accertare eventuali responsabilità degli operatori in servizio».
La tragica morte di Mario Buono, 49enne originario del quartiere del Cmi di Castellammare, è avvenuta la sera del 20 settembre all’interno dell’ospedale cittadino. L’uomo si era presentato al Pronto soccorso lamentando un dolore al petto. Alle 21,50 viene registrato in accettazione ma gli viene detto di attendere «pochi minuti» in sala d’attesa perché all’interno era in corso una procedura Covid. Una donna era risultata positiva e gli operatori stavano sanificando il reparto. Dopo dieci minuti l’attesa era ancora in corso e l’uomo è andato in arresto cardiaco. Poteva essere avviata una procedura da codice rosso per Buono? La sua morte si sarebbe potuta evitare se fosse stato accolto e preso subito in carico? L’inchiesta è ora nelle mani del pm Giuliano Schioppi del Tribunale di Torre Annunziata, sarà lui nelle prossime ore a valutare la possibile iscrizione nel registro degli indagati di medici e infermieri presenti di turno quella sera in ospedale, atto comunque dovuto se vorrà far eseguire l’autopsia sul corpo del 49enne. «La direzione generale aziendale è vicina alla famiglia del signor Buono per il gravissimo lutto che l’ha colpita» scrive Russo che assieme ai dirigenti medici valuterà responsabilità interne ed eventuali procedimenti disciplinari. «Ha fatto bene Russo - commenta Carmine Esposito, responsabile Uil del San Leonardo - se ha individuato responsabilità personali; ma ricordiamoci in quali condizioni lavora il personale, sotto organico qui come negli altri ospedali della Campania».
Di certo quando il personale medico è uscito dal reparto per chiamare all’interno l’uomo, lo ha trovato in arresto cardiaco.
Intanto dal mondo politico è polemica sulla condizione della rete ospedaliera dell’Asl 3Sud. Dal consiglio regionale è Severino Nappi a far sentire le propria voce: «Non si può morire di infarto in sala di attesa di un pronto soccorso. Questo - spiega il consigliere regionale - non è solo un caso di malasanità su cui è stata aperta un’inchiesta, questa è una morte annunciata. L’ospedale della città stabiese è in affanno a causa della chiusura del pronto soccorso di Vico Equense». Polemico anche l’ex sindaco di Castellammare, Gaetano Cimmino: «La pandemia - dice - ci ha insegnato che gli investimenti sulla sanità devono rappresentare una priorità assoluta sull’agenda delle istituzioni, per tutelare la salute di tutti i cittadini, per valorizzare l’essenziale lavoro degli operatori sanitari e per guardare avanti con rinnovata fiducia. Mi auguro che sia fatta presto chiarezza».
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