La mostra «I De Filippo, il mestiere in scena» si apre sotto i migliori auspici e all’insegna di grandi emozioni. Il Presidente della Repubblica Sergio...
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Moltissimi personaggi del mondo della cultura italiana hanno voluto salutare il vernissage della mostra monumentale in anteprima mondiale a Napoli, aperta ieri (sabato 27 ottobre) dal sindaco Luigi de Magistris e l'assessore Nino Daniele, che riempirà per cinque mesi fino al 24 marzo, le sale dell’intero Castel dell’Ovo. L'esposizione, promossa dall'Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli, fortemente voluta dalla famiglia De Filippo, è a cura di Carolina Rosi, Tommaso De Filippo e Alessandro Nicosia, presidente di C.O.R. (Creare, Organizzare, Realizzare) a cui si deve anche l’organizzazione generale del progetto. L’esposizione, nata con il patrocinio del ministero dei Beni Culturali, si avvale della collaborazione di Istituto Luce-Cinecittà, Fondazione Eduardo De Filippo, Siae - Società Italiana degli Autori ed Editori, Rai - main media partner e Rai Teche, con la partecipazione del Gabinetto Scientifico Letterario G.P. Vieusseux e con il sostegno di Bper Banca, Gratta e Vinci e dell’azienda agricola Scovaventi.
Emozionati mentre ripercorrevano la storia di una grande famiglia del teatro italiano, tra locandine, copioni, manoscritti, foto e i video inediti, conservati in archivi privati, in istituti e soprattutto dagli eredi Eduardo e Luca De Filippo, sono intervenuti Lina Sastri, Giuseppe Tornatore, Aurelio De Laurentis, Tommaso Bianco, Ernesto Mahieux, Gianfelice Imparato,Peppe Barra, Elena de Curtis, Angela Luce, Antonella Stefanucci, Angela Pagano, Marina Confalone, Eduardo Scarpetta, Giuliana Gargiulo, Michele Serio, Gigi Savoia, Veronica Mazza e Eduardo Tartaglia. Una dimostrazione di affetto e di riconoscenza che ha testimoniato quanto i De Filippo siano importanti ancora oggi per il mondo della cultura e dello spettacolo. La serata è proseguita con un mondanissimo party al Caruso Roof Garden del Grand Hotel Vesuvio.
Molto ammirato l'exhibit iniziale curato dall’Istituto Luce-Cinecittà con la regia di Roland Sejko, di grande impatto visivo le sezioni della poesia, con 16 attori d’eccezione - da Toni Servillo a Luca Zingaretti, da Isa Danieli a Lina Sastri da Marco D’Amore a Vincenzo Salemme - che interpretano i componimenti di Eduardo, per poi arrivare alla sezione del cinema, con una miscellanea dei film più popolari. Nello spazio centrale, il Salone Italia, si rivive il cuore pulsante del Teatro: dodici vere e proprie isole teatralicon materiali originali, ognuna caratterizzata da un’identificazione commovente con il palcoscenico: bozzetti, copioni, lettere, oggetti e costumi di scena. Fondali – tra i quali quelli di Maccari per “Gli esami non finiscono mai” e quello di Guttuso per “Il contratto” – che, sommati ai meravigliosi documenti filmici forniti da Rai Teche e all’estro creativo dello scenografo Bruno Garofalo che per tanti anni ha collaborato con Eduardo e Luca, e degli artigiani della scuola di De Filippo, da sempre vicini alla famiglia, fanno sì che le più celebri commedie rivivano nella memoria o, per i visitatori più giovani, si manifestino per la prima volta in tutta la loro suggestiva originalità, grazie anche ai filmati che riproporranno i capolavori più celebri, da “Natale in casa Cupiello” a “Filumena Marturano”, da “Questi fantasmi!”a “Non ti pago!”.
Nelle sale superiori il percorso prosegue con altre sezioni che nascono da una ricerca di materiali provenienti da archivi pubblici e privati, ma soprattutto dagli eredi Eduardo e Luca De Filippo, i quali consentono di completare i vari ritratti non solo dal punto di vista professionale ma anche umano. Una sezione è rivolta all’impegno civile, alle amicizie, ai ricordi, al rapporto con Pulcinella e alla notorietà e all’attualità delle commedie di Eduardo che nel mondo è rappresentato e tradotto in oltre 40 paesi. E per finire una sezione dedicata a tutti gli altri protagonisti della famiglia: Eduardo, Vincenzo e Mario Scarpetta; i fratelli Titina e Peppino, Luigi De Filippo fino a concludere con Luca, che ci ha lasciati così prematuramente. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino