Via i tavolini da via Bisignano e vico Satriano. Dopo la valanga di segnalazioni da parte dei cittadini, con in prima fila i rappresentanti del comitato Chiaia viva e vivibile,...
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L'intervento dei vigili urbani ancora una volta ha scatenato le polemiche: esultano i residenti, si disperano i proprietari di bar e baretti. «Eravamo certi delle nostre ragioni - dice Caterina Rodinò di Migliore, presidente del comitato Chiaia - e per questo abbiamo fatto partire le segnalazioni». E sulla pagina Facebook dell'associazione si legge: «Dopo due settimane finalmente i camminamenti pedonali, in via Bisignano, tornano liberi dai tavolini dei locali e a disposizione dei pedoni. Questo risultato così importante per noi residenti è stato raggiunto grazie al lavoro della Polizia Locale. A tutti loro che già ieri sera sono dovuti intervenire per fare rispettare le nuove disposizioni va il nostro ringraziamento per aver tenuto conto delle esigenze di tutti quelli che in zona vivono e lavorano e non solo quelli di una parte in campo».
Sulla stessa pagina arriva la replica di Chiaia Night, che riunisce gli esercenti: «Complimenti, per ora il Comitato è riuscito a far togliere i tavolini in via Bisignano e vico Satriano, sarete tutti contenti di aver fatto spazio ai motorini e alla sosta selvaggia. Quei tavolini in più, verso cui ci si è così accaniti, davano lavoro a tante persone ed erano un sistema, utilizzato per altro in tutta Italia, previsto per ordinare eventuali assembramenti e far respirare le attività. Ma via Bisignano è un quartiere a parte dal resto del mondo!». Poi i sostenitori delle due fazioni si scatenano aggredendosi a suon di post.
A bocce ferme Aldo Maccaroni, presidente del comitato Chiaia Night e Baretti Falcone, che riunisce molti ristoratori della zona, spiega: «I tavolini sono stati rimossi per una delibera della municipalità del 2011 che stabiliva che gli spazi limitati dai paletti sono riservati ai pedoni. E adesso gli imprenditori che in questo periodo di crisi avevano affrontato degli investimenti per continuare a lavorare, subiranno un altro colpo. All'interno a causa del distanziamento è diminuito il numero dei tavoli e comunque la gente chiede di stare all'aperto. Per questo il Comune aveva deciso di concedere nuovi spazi. Se si torna indietro ci saranno altre difficoltà. Non si può fare impresa con questa incertezza, il Comune deve decidere». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino