Matteo Notaro, 20 anni, studente all'Accademia di Belle arti, sogna di diventare regista e intanto mette a punto la sua tecnica fotografica. Coltiva due grandi passioni da...
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Un appello, il tuo.
«Stiamo scherzando col fuoco. Quello che ho visto sabato scorso nella zona dei baretti, a vicoletto Belledonne in particolare, è vergognoso».
Che cosa hai visto?
«Decine e decine di ragazzi tutti insieme, praticamente uno addosso all'altro, e senza mascherine. Si abbracciavano e si baciavano come se niente fosse. Uno spettacolo indecente, e se lo dico io che sono uno di loro dovete credermi».
Qual è stata la tua reazione?
«L'unica possibile: sono andato via insieme con i miei amici. Ci siamo spaventati sul serio. Se lì in mezzo uno solo aveva il Covid vi assicuro che ha fatto una strage. Sono certo che tra tanta gente qualcuno positivo ci stava».
D'altronde la percentuale di giovani tornati dalle vacanze d'agosto con il Covid qui a Napoli è altissima.
«Lo so molto bene. Una epidemia. Ho litigato furiosamente anche con un mio amico».
La ragione?
«È andato a fare le vacanze all'estero - per quanto mi riguarda era già stata una scelta piuttosto irresponsabile - ma va bene così: ognuno si regola come crede. Inutile dire che è tornato pure lui con il Covid. Senza sintomi ma positivo».
Veniva da una località che prevedeva il tampone obbligatorio?
«No. Però in vacanza divideva la stanza con un ragazzo di Ancona che, quando è tornato a casa, gli ha telefonato per comunicargli che era positivo».
Così ha fatto il tampone anche il tuo amico?
«Certo. Però non ci aveva raccontato niente. È uscito con me e altri ragazzi prima ancora di avere il risultato che, per fortuna, era negativo. Lo abbiamo saputo per caso, gliene ho dette di tutti i colori».
Un irresponsabile, insomma.
«Sono tanti gli irresponsabili. E mi permetto di dire che, a parte noi ragazzi, vedo anche parecchi adulti fregarsene delle regole. È chiaro che loro non fanno assembramenti ma vanno in giro e si incontrano senza rispettare le regole».
Un appello anche ai grandi.
«Farebbero bene a dare il buon esempio. Altrimenti poi è inutile lamentarsi se i giovani sono indisciplinati».
Baretti, centro storico e via Aniello Falcone: zone a rischio soprattutto nel fine settimana.
«Vero. Anche se però delle differenze ci sono».
Quali?
«Sembrerà pure strano ma in poche centinaia di metri gli scenari sono molto diversi. Faccio un esempio. Parliamo delle sere del fine settimana: tra vico Belledonne e via Carlo Poerio utenza e comportamenti si riconoscono a un miglio».
Spiegati meglio.
«Nel primo caso è caos totale. Zero mascherine e atteggiamenti che definire irresponsabili è un eufemismo. Sabato sera la situazione era veramente da paura».
Invece a via Carlo Poerio va meglio?
«Molto meglio».
I ragazzi che si trattengono lì sono forse più attenti al rischio Covid?
«Ora non voglio fare differenze, non sono di Chiaia, vengo da piazza Dante, e posso permettermi di dire che i giovani che si raccolgono in via Carlo Poerio sono più civili e educati di quelli che invece fanno tappa ai baretti di vico Belledonne. È una questione di comitive e di provenienza».
Anche al centro storico succede lo stesso?
«Certo. Basta andarci una sera, salta all'occhio immediatamente. Fate un giro nella zona dell'Orientale e poi spostatevi a piazza Bellini, troverete due realtà profondamente diverse».
Qual è quella che preferisci?
«I giovani che frequentano piazza Bellini sono certamente più rispettosi delle regole. A Mezzocannone se ne fregano: bevono, fumano, si abbracciano e si baciano. Una vergogna». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino