Movida blindata a Napoli, gestori furiosi: «Assedio dannoso, così chiudiamo»

Movida blindata a Napoli, gestori furiosi: «Assedio dannoso, così chiudiamo»
«Sarebbe stato meglio chiudere direttamente i baretti. Hanno vinto i residenti e quello andato in scena sabato è l'atto finale di una commedia...

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«Sarebbe stato meglio chiudere direttamente i baretti. Hanno vinto i residenti e quello andato in scena sabato è l'atto finale di una commedia dell'inutile». Un giudizio tranchant quello di Filippo Boccoli, storico gestore di baretti e proprietario del «66» e dello «Spritz» a Chiaia. L'operazione «Movida sicura», che ha visto in campo decine di agenti e pattuglie, se da una parte è riuscita ad incassare risultati importanti in termini di prevenzione e sicurezza, dall'altra ha scontentato i titolari dei locali. «Possiamo dire che peggio di così non poteva andare. La strada che abbiamo intrapreso porta verso la chiusura di tutti i baretti - incalza Boccoli - Questo fine settimana abbiamo visto pochissimi clienti e tantissime forze dell'ordine. Un assedio che trovo inutile. Addirittura c'erano agenti e militari che intorno alle due e mezza dicevano ai clienti di non venire nei locali, tanto eravamo prossimi alla chiusura». Sulla stessa lunghezza d'onda Aldo Maccaroni, dell'H2no: «Le forze di polizia fanno il loro dovere e lo fanno bene. Il problema non è questo. Però si è passati da un eccesso all'altro. Esagerato il dispiegamento di forze utilizzate. Prima passava chiunque - evidenzia - oggi non passa più nessuno. Ci vorrebbero interventi più mirati, non serve sparare nel mucchio».

 
Intanto venerdì è in programma una conferenza stampa presso la sede di Confcommercio, durante la quale i titolari dei baretti illustreranno le azioni già intraprese e quelle da intraprendere, per una movida sicura, ma senza «muri di Berlino da dover abbattere». Un punto di vista differente è quello di Rodrigo Esposito del Wild: «Giovedì e venerdì il deserto totale. Sabato notte abbiamo lavorato un po' più sulla qualità della clientela, ma sicuramente dopo la sparatoria dello scorso weekend c'è stata paura a scendere in strada. Se si è deciso di chiudere alla tre, si chiuda alle tre. Al di là di questo - rimarca Esposito - siamo stati abbastanza tranquilli. Non si è fatta vedere la solita marmaglia che occupa la parte bassa di via Bisignano, angolo via Carlo Poerio. Dobbiamo riuscire a convincere la clientela di qualità che adesso può venire da noi e stare tranquilla». I gestori del Wild lanciano un ramoscello d'ulivo alle istituzioni: «Chiediamo alle autorità di essere ascoltati. Potremmo dare suggerimenti mirati, visto che i residenti stanno in tribuna, mentre noi siamo in campo tutti i giorni».
 
Ma cosa ne pensano i residenti? Caterina Rodinò, del comitato «Chiaia viva e vivibile», sottolinea: «Ieri c'è stato un dispiegamento importante di forze dell'ordine. E se le persone non sono venute ai baretti non è certo per la loro presenza, ma per quanto accaduto sabato scorso. Un fatto di una gravità assoluta». Secondo Rodinò «i gestori non hanno rispettato l'ordinanza»: «Solita occupazione abusiva di suolo e le tende non regolari. Molti saranno stati anche multati - sostiene il presidente del comitato di Chiaia - ma ciò che mi ha lasciata molto perplessa è il menefreghismo dei titolari. Ad una settimana dalla sparatoria, nonostante il dispiegamento di forze dell'ordine sul territorio e le poche persone in giro, l'ordinanza è come se non fosse mai entrata in vigore».


La movida napoletana, comunque, non è concentrata solo a Chiaia. In piazza Bellini, così come a Bagnoli, sono state diverse le segnalazioni dei cittadini per rumore antropico oltre i decibel consentiti. Sara Fariello, residente in piazza Bellini, racconta: «Devo dare un giudizio sull'ordinanza? Abbiamo cominciato male, anzi malissimo. Tamburi, musica e batterie. Sabato notte alle quattro ho dovuto chiamare il 112 e il 113, nonostante la piazza fosse già sotto il controllo di una volante. Non è bastato. I locali sia venerdì che sabato sono rimasti aperti dopo l'orario di chiusura stabilito nel provvedimento del sindaco. Ovvero dopo le tre. A questo punto mi chiedo - dice Sara Fariello - o le forze dell'ordine non sono informate dell'esistenza dell'ordinanza o non ne conoscono i contenuti. Abbiamo assistito ancora una volta ad una piazza fuori controllo». Allarme rosso anche in via Mezzocannone, dove nei locali occupati dai centri sociali la musica è rimbombata fino alle 2 di notte. Ma la zona non rientra tra quelle individuate nell'ordinanza anti-movida. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino