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Un’altra notte di ordinaria follia. La movida a Napoli torna ad essere più fracassona che mai. Scaduta l’ordinanza comunale a metà giugno - grazie alla quale si era riusciti ad arginare il malcostume del chiasso forzoso - e trascorso il periodo delle ferie estive, i giovani tornano a popolare le vie del by-night. Da Chiaia al centro storico scorrono fiumi di alcol e la musica riecheggia nelle case dei residenti fino all’alba. E allora ci si ritrova a raccogliere i cocci di un sabato notte di sballo senza regole. Dai cicchetti a un euro, ai parcheggiatori abusivi, dai locali che pompano musica senza soluzione di continuità ai dj-set improvvisati. C’è tutto questo nella notte del divertimento napoletano. In mezzo resta il mare magnum dell’illegalità.
Via Bisignano, sabato notte, ore tre. I baretti di Chiaia richiamano migliaia di ragazzi, che finiscono uno sull’altro in un budello stretto di stradine. Riuscire a passeggiare diventa impossibile, immaginarsi per i residenti tornare a casa con l’auto. Vie di fuga inesistenti, chiacchiericcio e musica si spingono ben oltre le tre della notte. Sugli scudi il comitato di residenti “Chiaia viva e vivibile” presieduto da Caterina Rodinò, che tuona: «Per quale motivo l’ordinanza 59 (quella che regolava anche gli orari di chiusura) non è stata rinnovata visto che la situazione “emergenziale” non si è certamente risolta? Si badi che le condizioni lungo le nostre strade rimangono piene zeppe di persone fin dopo le 4 del mattino. Qualcuno dal Comune di Napoli ci faccia sapere per quante ore hanno stabilito che i residenti possano dormire».
C’è poi un’altra faccia della stessa medaglia. La movida del centro storico è affollata da universitari e studenti fuorisede, a differenza di quella di Chiaia molto più frequentata dai discotecari. Il risultato è il medesimo: si va avanti fino a notte fonda e per chi vive in certe zone il sonno è un optional. Sabato notte tragedia sfiorata a largo San Giovanni Maggiore Pignatelli: un ragazzo si è arrampicato in cima ad un lampione, per poi cimentarsi in dei sollevamenti, come fosse in una normale palestra. «Una bravata che poteva costargli caro» commenta il consigliere regionale di Europa verde, Francesco Borrelli, che ha condiviso il video sui social. «Bastava un non nulla per cadere e oggi staremmo parlando di una tragedia e non di un semplice atto di esibizionismo. Non è la prima volta - aggiunge - che accadono episodi simili e temo che prima o poi diventerà una moda, uno di quei gesti per cui vale la pena riprendersi e vantarsi su internet. Nel 2016 uno studente del conservatorio di 23 anni è morto dopo essere caduto dall’obelisco di piazza San Domenico Maggiore. Un anno fa un ragazzo si è rotto le gambe e ha rischiato la vita dopo essersi arrampicato sul portone dell’Università Orientale. È assurdo morire così, la vita dei ragazzi vale molto di più di qualche like». Secondo il consigliere regionale «è necessario un controllo costante della movida partenopea, solo così è possibile impedire che ogni sera si consumi una tragedia. Da tempo ci battiamo affinché per le strade di Napoli sia garantito quel livello minimo di sicurezza che cittadini e turisti ci chiedono». Alcune aree della città restano completamente fuori controllo e in balia di baby gang senza scrupoli. Riuscire a mettere una pezza sembra diventata un’impresa.
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