Muffa e sporcizia nelle conserve, sigilli all'opificio vicino al Vesuvio

Muffa e sporcizia nelle conserve, sigilli all'opificio vicino al Vesuvio
Somma Vesuviana. Purtroppo non lasciano spazio al dubbio le immagini inquietanti immortalate nella fabbrica di conserve L.B.D.C., marchio di conserve noto nell'area vesuviana...

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Somma Vesuviana. Purtroppo non lasciano spazio al dubbio le immagini inquietanti immortalate nella fabbrica di conserve L.B.D.C., marchio di conserve noto nell'area vesuviana e molto presente sugli scaffali di tanti supermercati della zona. Negli scatti impietosi si vedono interi bidoni di funghi, carciofi, melanzane e pomodori completamente aggrediti da muffe e da altri mucillaginosi parassiti scuri.


Per non parlare delle condizioni in cui si trovavano i locali dell'opificio alimentare al momento dell'irruzione dei carabinieri del Nas di Napoli. Qui ieri i militari del Nucleo anti sofisticazioni hanno bloccato la commercializzazione di oltre 8 tonnellate di alimenti e disposto il sequestro preventivo dello stabilimento di via Vignariello, un dedalo di stradine e traverse che si perdono in una zona in cui la campagna del monte Somma, la pendice settentrionale del Vesuvio, si mescola a un nugolo di case e casupole di vecchio o più recente abusivismo.

È in questa fetta di vulcano la fabbrica degli orrori. Qui ieri i carabinieri hanno dato il via al blitz per la tutela della sicurezza alimentare. «Vi abbiamo trovato condizioni igieniche gravissime», scrivono i militari. Uno strato di muffe e parassiti copriva completamente melanzane, carciofi, funghi, pomodori e altri ortaggi. «Sarebbero stati immessi nella lavorazione - raccontano ancora i Nas - dopo un semplice lavaggio con acqua corrente».

I vegetali, sempre secondo gli investigatori, sono stati peraltro stoccati in locali malsani. Altre foto che fanno vedere soffitti praticamente marciti, macchinari sporchi e sentine di scolo dei liquidi collegate a tubature in tutto simili a impianti fognari. È quindi scattato il sequestro dell'impianto il cui amministratore unico, P.F., 40 anni, del posto, è stato segnalato alla magistratura. «Per quanto riguarda i prodotti già in vendita - aggiungono i carabinieri - dovranno provvedere le autorità competenti». Decisivo sarà anche il ruolo rivestito dai comuni e dalle asl. Nel mirino è finita anche un'altra industria conserviera, la H. G. srl, dislocata nel Nolano, a Boscofangone, dove c'è una grande area industriale e commerciale. Qui i militari hanno sequestrato 350 chili di funghi per la mancata tracciabilità/rintracciabilità alimentare. Per lo stesso motivo i carabinieri hanno sequestrato 550 chili di clementine nella F.F. di Palma Campania, in via Novesche, un'attività di stoccaggio, confezionamento e commercializzazione di frutta fresca.
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Il Mattino