Riccardo Muti incantato da Pompei. Il maestro, che sta trascorrendo qualche giorno a Napoli in coincidenza con le prove al San Carlo di «Le nozze di Figaro» di cui la...
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In tanti - come accaduto il giorno prima al museo di Capodimonte - lo hanno riconosciuto e fermato, per tutti ha avuto un sorriso, uno scambio di battute, la pazienza di un selfie. I Muti sono arrivati agli Scavi intorno alle 11.30 dopo aver consumato qualcosa allo chalet Hortus davanti all’ingresso di Porta Marina, sono andati via intorno alle 16.30. Quattro ore in giro per gli Scavi accompagnati ed incuriositi dai racconti di Mattia Buondonno, l’esperta guida della Soprintendenza da cui il masetro si congederà salutandolo come «lo spirito di Pompei».
La visita comincia all’Antiquarium, con le esposizioni «Sacra Pompeiana» e «Per grazia ricevuta» e alla vicina Villa Imperiale, la lussuosa residenza che risale al I secolo dopo Cristo, aperta per la prima volta al pubblico dallo scorso aprile, nella quale sono stati ricostruiti gli ambienti domestici della città romana. Per raccontare la vita di lusso di una famiglia, il soprintendente Massimo Osanna ha fatto riallestire la grande sala da pranzo, con i triclini, i piatti, le lucerne in bronzo e gli oggetti della vita quotidiana. Buondonno conduce il maestro e la sua famiglia al tempio di Venere e poi al Foro, dove tra le colonne e le statue di Mitoraj la visita si ferma.
Un gruppo di persone che ha studiato al conservatorio riconosce il maestro, lo ferma e lo trattiene chiacchierando di musica, bellezza ed emozioni. Si fermano anche i turisti stranieri. Muti è gentile con tutti. Giacca buttata sulla spalla, stringe mani, sorride, si fa fotografare. È sereno, rilassato, in vacanza. Il gruppo percorre la via dell’Abbondanza, visita il Lupanare, la casa del Menandro, segue con interesse e curiosità il racconto sui meravigliosi affreschi. Chiara Muti si gode la pausa dalle prove. Affascinata e incuriosita, scatta foto cercando le inquadrature migliori. La visita prosegue nel quartiere dei teatri. Ma più che il Teatro Grande, dove a giugno del 2010 diresse l’Orchestra giovanile Cherubini a incantare il maestro è l’Odeion, il Piccolo Teatro che nell’antica Pompei veniva usato per spettacoli musicali che richiedevano uno spazio minore e coperto che evitasse la dispersione del suono.
Muti l’ha guardato con attenzione notando tutte le differenze con il Teatro Grande. «Sembrava quasi che stesse facendo un sopralluogo - commenta una guida che ha subito approfittato per farsi un selfie con il maestro». «Sopralluogo? Non credo proprio - precisa Buondonno - ho passato quattro ore con il maestro in giro per gli Scavi e non ho mai avuto la sensazione che pensasse ad altro che a godersi la bellezza di stare tra le antiche rovine. Curioso, spiritoso, ironico. In una parola leggero, come uno che sta vivendo un momento di pieno relax». Incantata dalle gigantesche sculture in bronzo di Mitoraj, gli eroi feriti dell’artista franco-polacco che da maggio «abitano» gli scavi la moglie di Muti, Cristina Mazzavillani. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino