È Myrta Merlino, la conduttrice di «L'aria che tira» su La7, la vincitrice dell'edizione 2019 del Premio giornalistico intitolato a Matilde Serao,...
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Nata a Napoli, che ha presto lasciato per motivi professionali, la Merlino, laureata in Scienze Politiche, ha collaborato con «Il Mattino», «Il Messaggero», «Panorama» e «Il Sole 24 Ore». È stata autrice di programmi televisivi Rai («Italia Maastricht», «Mister euro«, «La storia siamo noi» ed «Economix», di cui era anche conduttrice), dal 2009 ha ideato, scritto e condotto su La7, «Effetto domino» e, dal 2011, «L'aria che tira», programma di punta del day time della rete. Dal 2013 ha un blog sull'«Huffington Post». Diversi i libri al suo attivo: La moneta, Gli affari nostri, L'aria che tira, Madri...
Un premio, il Serao, che «accoglie con gioia», come ha lei stessa dichiarato: «Perché mi riporta nella mia terra, la Campania, e perché Il Mattino, partner della manifestazione, è stata la mia scuola e il giornale nel quale ho cominciato questa professione: dunque, il premio ha per me un grande valore sentimentale». E poi, anzi, prima di tutto, c'è Matilde Serao: «Ricevere un riconoscimento intitolato a lei mi lusinga molto. Era una donna che aveva sentito e capito la gente, l'aveva osservata da vicino e aveva raccontato Napoli, i suoi dolori, i suoi strazi, ma anche le sue luci, le sue grandezze con il cuore. È stata una vera pioniera di questo mestiere che ha svolto da donna». Un concetto che Myrta ribadisce con forza; «Le donne hanno un modo diverso di avvicinarsi alle notizie, di approfondirle e di raccontarle. Ed è il modo nel quale cerco di fare la mia tv. Per esempio, l'altro giorno ho effettuato un lungo collegamento che mi ha straziato il cuore con le lavoratrici di Whirpool che piangevano, che parlavano dei loro figli e del loro progetto di vita: questo mestiere ti mette a contatto con le sofferenze e i drammi del Paese e farlo con la sensibilità femminile è un'altra cosa in quanto lo fai con la testa e, soprattutto, con il cuore. Perciò, il Serao, mi sembra davvero un premio specialissimo, un riconoscimento anche per lo sforzo che faccio nel mio lavoro di narrare le cose con rigore ma sempre con la lente del cuore che tenta di andare oltre i problemi macro e di entrare nella vita delle persone. Proprio come la Serao che scriveva di ciò che succedeva nella parte più nascosta di Napoli, con una sensibilità che è mancata molto alla classe dirigente. Ed in fondo, sarà anche per questo che c'è tanto malessere». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino