Aveva vinto oltre 700mila euro giocando al casinò online, ma non riceverà quella somma dal bookmaker. Si chiude - salvo altri strascichi giudiziari - dopo nove anni...
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Eurobet, ricorda Agipronews, ha sempre rifiutato di pagare, sostenendo l’interferenza di un “bug” informatico del sistema – dovuto a un aggiornamento del software di gioco - che avrebbe aumentato a dismisura le possibilità di vincere. Nel 2012 l’Alta Corte inglese aveva avallato la tesi della compagnia e Venturi aveva deciso di passare la palla alla giustizia italiana, sostenendo che la sentenza della High Court fosse arrivata senza una giusta motivazione. La sua ulteriore richiesta di pagamento è stata ritenuta improcedibile dal Tribunale di Napoli: in primis per un vizio di forma. Venturi, nella documentazione presentata in Italia, aveva allegato non la sentenza della High Court, bensì «il mero dispositivo della decisione adottata dalla corte» spiegano i giudici di Napoli.
In secondo luogo, la vera e propria sentenza «risulta corredata da idonea motivazione ed assume ogni rilievo e riconoscimento quale legittima decisione» di un’autorità dell’Unione Europea. E dunque, essendo la vicenda passata in giudicato (Venturi, si legge ancora nella sentenza, non è mai ricorso in appello contro la decisione dell’High Court, pur avendone manifestato l’intenzione), non è stato possibile per il Tribunale di Napoli, che ha recepito le direttive dell’Unione Europea, accogliere le richieste dello scommettitore campano. Avendo uno Stato Membro «dichiarato la propria giurisdizione» e «deciso nel merito» viene preclusa in via assoluta qualsiasi possibilità di giudizio da parte di un altro Stato Membro. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino