Napoli, 150 bambini ustionati al Pareo Park: nel mirino i detergenti utilizzati per la pulizia dei pavimenti

Napoli, 150 bambini ustionati al Pareo Park: nel mirino i detergenti utilizzati per la pulizia dei pavimenti
Un eccesso di cloro nell'acqua, ovvero l'uso di detergenti molto aggressivi e irritanti per la cute utilizzati per pulire le aree di calpestio della piscina dopo un anno...

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Un eccesso di cloro nell'acqua, ovvero l'uso di detergenti molto aggressivi e irritanti per la cute utilizzati per pulire le aree di calpestio della piscina dopo un anno di fermo, e i cui residui mal rimossi potrebbero essere venuti a contatto con la cute nuda delle piante dei piedi dei bagnanti. Sono queste le possibili ipotesi a cui lavorano i tecnici della Asl Napoli 2 nord che per tutta la giornata di ieri hanno condotto sopralluoghi, rilievi tecnici, campionature di acqua effettuando anche tamponi sui pavimenti di una delle nove piscine del Pareo Park, dove domenica scorsa circa 150 bambini hanno registrato la comparsa di bollicine, macchie arrossate, scottature ed eritemi soprattutto alla pianta dei piedi.

 
Ieri pomeriggio i tecnici del dipartimento di prevenzione della Asl hanno ceduto il testimone ai colleghi dell'Arpac che hanno a loro volta effettuato prelievi e campionature sia sull'acqua della piscina sia sulle aree circostanti l'invaso concentrando le proprie attenzioni anche sulle zone in cui adulti e bambini hanno camminato a lungo a piedi nudi e bagnati. Ora sono tutti in attesa dei risultati che dovrebbero giungere tra oggi e domani. Nel frattempo quella piscina è stata chiusa mentre continuano regolarmente a funzionare le altre otto vasche del complesso. Intanto anche le forze dell'ordine indagano per fare piena luce su quanto accaduto. «Abbiamo offerto la massima collaborazione alla Asl e all'Arpac avverte Enzo Schiavo, amministratore del Pareo Park . Come abbiamo più volte dichiarato siamo autorizzati dalla Regione a fare controlli sull'acqua, sul Ph e sulla concentrazione di cloro. Ogni due ore abbiamo effettuato i controlli e sono risultati tutti nella norma. Ora ci affidiamo alla terzietà di queste verifiche per capire l'origine del fenomeno registrato. Il nostro interesse è offrire qualità a garanzia dei nostri utenti».

Sulle cause resta un punto interrogativo. Un giallo che non sarà facile chiarire per le numerose variabili in gioco compresa la possibilità che alle ipotesi chimiche si sia aggiunta l'alta temperatura raggiunta dal bordo piscina dove hanno camminato i bambini. Né i segni clinici mostrati dai bagnanti possono essere di molto aiuto. Oltre alle bollicine e irritazioni ai piedi dei bambini (in pochi casi in altre parti del corpo) e alle altre manifestazioni aspecifiche come l'arrossamento degli occhi che sarebbero invece del tutto fisiologiche rispetto alla presenza di cloro nell'acqua, non ci sono altri caratteri delle lesioni da prendere in esame.


Nemmeno i pediatri dell'ospedale di Pozzuoli, dell'Annunziata e soprattutto del Santobono che domenica hanno visitato i piccoli pazienti subito dopo il bagno si spingono oltre la descrizione delle lesioni. Visite e accessi ai pronto soccorso dove i sanitari di turno, dermatologi e pediatri, hanno solo accertato la presenza delle bolle in alcuni casi rotte (tutte comunque di lieve entità e risolte senza complicanze e in assenza di ricovero). Strane irritazioni ai piedi per la cui cura i sanitari si sono limitati a prescrivere l'applicazione di gel lenitivi e pomate a base di cortisone in grado di dare un immediato sollievo. In qualche caso anche creme a base di antibiotici per evitare infezioni delle lesioni sanguinanti e nulla più. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino