Napoli, 4 stese in 10 giorni nel rione Poggiani: dobbiamo fare di più

Napoli, 4 stese in 10 giorni nel rione Poggiani: dobbiamo fare di più
«Quattro stese in 10 giorni al Rione Sanità. Sparano ai muri, ai vestiti stesi ai balconi, si fanno dispetti, ragazzi che lavorano che hanno come unica colpa di...

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«Quattro stese in 10 giorni al Rione Sanità. Sparano ai muri, ai vestiti stesi ai balconi, si fanno dispetti, ragazzi che lavorano che hanno come unica colpa di 'appartenere' a qualche famiglia vengono picchiati e derisi nelle piccole vendette trasversali, fino a quando non succederà una nuova tragedia. Mentre il quartiere è vivo più che mai, mentre si continua a fare comunità, mentre si studiano e si realizzano progetti di riqualificazione, mentre continuano anche i lavori per la videosorveglianza, quattro gatti terrorizzano le nostre strade, le nostre piazze». Così su Facebook il presidente della III municipalità, Ivo Poggiani. «Sono stufo, si intervenga, chiudeteli in galera e lavoriamo sulle nuove generazioni. La foto dei buchi nel muro con il cartello di Totò pare un manifesto politico della inconsistenza delle istituzioni, mi ci metto pure io dentro. Dobbiamo fare tutti di più», aggiunge.



E, nel testo firmato da Ivo Poggiani, Sandro Ruotolo e Tano Grasso, si legge quest'appello: «Non fermate la primavera al Rione Sanità. Il nostro è un appello alle forze dell'ordine e alla magistratura affinché ci aiutino a sostenere la primavera nel Rione della Sanità. Il quartiere sta lentamente cambiando. Associazioni e istituzioni locali hanno avviato un percorso di legalità, all'indomani dell'omicidio di Genny Cesarano, avvenuto il 6 settembre del 2015, vittima innocente di un raid di camorra. Dopo due anni, finalmente stanno per entrare in funzione le prime telecamere, polizia e carabinieri presidiano, con costanza, il territorio. Ma non basta. I sei colpi di pistola esplosi nella notte contro due esercizi commerciali segnano un pericoloso passo indietro. Di recente ci sono stati commercianti che hanno denunciato i loro estortori. Questa è la strada vincente contro i clan che si combattono per il controllo del territorio. Le indagini della magistratura si fermano per troppo tempo negli uffici. I sei colpi di pistola contro le saracinesche dei negozi sono un atto intimidatorio nei confronti degli operatori commerciali che vogliono liberarsi dal cappio della camorra e hanno avviato il percorso per la costituzione di un'associazione Antiracket». 

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Il Mattino