Napoli, accoltellato davanti allo stadio Maradona: «Quel criminale voleva passare con l'auto in mezzo alla folla»

Il 38enne ferito durante la festa: «Sono di Napoli ma vivo fuori, ho sempre difeso la città dai pregiudizi, temevo di morire»

Il giovane accoltellato a Napoli
Doveva essere una giornata di festa, quella che avrebbe potuto sancire la vittoria del terzo scudetto del Napoli. E invece per Giovanni (nome di fantasia) si è trasformata...

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Doveva essere una giornata di festa, quella che avrebbe potuto sancire la vittoria del terzo scudetto del Napoli. E invece per Giovanni (nome di fantasia) si è trasformata in un incubo. Trentotto anni, è stato ferito al torace nei pressi dello stadio Maradona, intorno alle 13.30.

Era in compagnia di un gruppo di coetanei con bandiere e sciarpe in vista dei festeggiamenti ed è stato trafitto da una lama all'altezza del petto. La ferita, per fortuna, non ha leso organi vitali e il 38enne è stato assistito all'ospedale San Paolo.

Ma come sono andate le cose? Lo racconta lui stesso al Mattino: «La persona che mi ha aggredito senza nessun motivo è un criminale sciolto – fa sapere Giovanni – Con la macchina voleva passare in mezzo alla folla che stava festeggiando fuori dallo stadio e tentava di mettere sotto la gente che era lì. A quel punto è uscito dall'auto e con aria minacciosa verso un mio amico gli ha detto: “Ti schiatt' a capa, toglietevi”. Io io gli dico: “Dai è una festa non roviniamola”. Lui si gira e mi spinge indietro con un pugno, all'altezza del petto. Io dopo circa 20/30 secondi mi accorgo della coltellata. Ho vissuto attimi di panico, usciva tantissimo sangue e pensavo di morire. Sono di Napoli ma vivo fuori e ho un figlio e a breve me ne arriva un altro».

«Non provo rabbia dentro di me ma pura delusione perché non faccio altro che difendere il mio popolo quando sento dei pregiudizi sulla mia città – racconta Giovanni –. Io farei un appello se qualcuno in qualche video riesce ad avere qualcosa. Questo criminale era in una Lancia Y beige e cercava di mettere sotto tutti e nemmeno poteva starci con l’auto lì».

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Il Mattino