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Stamane il consiglio comunale di Acerra, riunito in sessione straordinaria e monotematica, ha approvato un documento che sarà inviato al prefetto di Napoli. Con questo atto l'assemblea cittadina chiede, attraverso il sindaco Tito D'Errico, al prefetto di Napoli, Michele Di Bari, di intercedere presso il governo affinchè «attivi la richiesta di risarcimento dei danni nella Terra dei Fuochi, danni scaturiti dal disastro ambientale provocato dagli imprenditori acerrani dello smaltimento dei rifiuti, i frattelli Pellini».
Secondo quanto dibattuto durante il consiglio comunale straordinario la richiesta di risarcimento doveva essere attivata in sede civile dal ministero dell'Ambiente almeno sin dal 2017, cioè subito dopo l'emanazione della sentenza della Corte di Cassazione con cui i Pellini furono condannati in via definitiva per disastro ambientale immane nei territori di Acerra e negli altri territori della provincia a nord di Napoli a causa della scoperta di un colossale smaltimento illecito di rifiuti tossici.
Oggi però in consiglio comunale sono pervenuti due documenti in base ai quali gli ex ministri dell'Ambiente Gianluca Galletti e Sergio Costa, rispettivamente nel 2018 e nel 2020, chiesero all'Avvocatura dello Stato di dare il via alla richiesta di risarcimento nei confronti dei Pellini.
«La prescrizione della richiesta di risarcimento è prevista entro il maggio del 2027», ha fatto sapere durante il dibattito il presidente del consiglio comunale, Raffaele Lettieri. «La giustizia è lenta ma io ho fiducia in essa - ha poi aggiunto il sindaco D'Errico - bisogna fare chiarezza su tutto perchè Acerra e gli acerrani attendono giustizia per i danni ambientali che stanno patendo». Alla fine la richiesta al prefetto è passata con 15 voti favorevoli, compreso quello del consigliere comunale Affinito, unico esponente di opposizione del Movimento 5 Stelle. I cinque consiglieri comunali dell'opposizione di Coalizione Civica si sono invece astenuti pur avendo dichiarato di non voler ostacolare il documento da approvare.
Durante l'assemblea straordinaria è intervenuto l'ambientalista Alessandro Cannavacciuolo, che ha rimproverato coloro che nel 2014 governavano il Comune (alcuni dei quali erano presenti oggi in consiglio) di «non aver dato seguito a nessuna richiesta di risarcimento dei danni ambientali nei confronti dei Pellini quando questi furono già una prima volta condannati dal tribunale a causa dei problemi provocati dalla ex discarica di Lenza Schiavone, a quel tempo di proprietà dei tre imprenditori acerrani». A questa critica ha replicato, intervenendo anche per conto del presidente Lettieri, l'esponente di Coalizione Civica, Andrea Piatto: «All'epoca - la risposta di Piatto - chiedemmo all'avvocato incaricato dal Comune, Balletta, di procedere per danni contro i Pellini ma lui ci rispose che non c'erano le condizioni per farlo».
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