Tre tentati omicidi, che hanno causato tra l'altro il ferimento di una donna con un bambino in braccio, per difendere «l'onore» del capo di un gruppo...
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Le indagini dei carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna coordinate dalla Dda di Napoli hanno permesso di ricostruire il contesto nel quale sono maturati i tre tentati omicidi e hanno portato all'esecuzione, tra le province di Napoli e Caserta, di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Napoli nei confronti di tre persone, ritenute contigue al clan camorristico Ciccarelli attivo nella zona di Caivano e nei comuni limitrofi, con l'accusa di tentati omicidi aggravati da finalità mafiose e di detenzione e porto illegale di armi da guerra.
Il capo del gruppo criminale offeso, secondo quanto ricostruito dalle indagini, avrebbe ordinato di uccidere l'unico maschio della famiglia della donna ma l'agguato, avvenuto nel rione Don Guanella e senza l'autorizzazione del capoclan, fallisce e porta a due ferimenti, poiché si intromette la madre del bersaglio del raid, con un bambino in braccio. Per ricomporre la frattura si decide quindi l'eliminazione di uno degli uomini che avevano materialmente eseguito l'agguato, ma anche il secondo progetto di omicidio fallisce e l'autore dei tentati omicidi del rione Don Guanella decide di collaborare con la giustizia.
In un video estrapolato da un sistema di videosorveglianza utilizzato per le indagini si vede uno degli arrestati, un 38enne che aveva partecipato sia al raid per difendere l'onore del suo capo che a quello per eliminare il suo complice nel ferimento della donna, che con la pistola in pugno entra in un bar di Caivano minacciando clienti e titolare. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino