La vera, grande, questione sul fronte del salvataggio dell’ Anm è concentrata sul patrimonio. Dopo aver cercato un accordo con i lavoratori per dare una picconata ai...
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L’onere di questa decisione spetta a un perito che deve presentare un documento nel quale argomenta le sue decisioni e, sotto giuramento, esprime una valutazione economica sul bene immobile. In questo momento c’è grande tensione a Palazzo San Giacomo perché sembra che la valutazione complessiva di 65 milioni per il pacchetto di immobili da spostare ad Anm sia stata piuttosto esagerata. Insomma, i periti farebbero fatica a giustificare una somma così elevata; e se non si troverà una soluzione che conduca alla cifra esatta di 65 milioni, i problemi dell’ Anm resterebbero tutti immutati. Il problema, insomma, è tutt’altro che secondario perché il Comune non ha denaro fresco da mettere in cassa. E proprio il tema della ricapitalizzazione è stato analizzato al tavolo della Prefettura, durante il primo incontro avvenuto in mattinata, da Luca Cascone, presidente della commissione trasporti della Regione Campania il quale è stato pacato ma decisamente critico nei confronti del progetto di salvataggio dell’azienda napoletana: «Come si può pensare di ricapitalizzare l’ Anm soltanto conferendo beni immobili? Prevedere un piano del genere significa non vivere la realtà, non immaginare che tra venti giorni ci sarà bisogno di denaro per comprare il gasolio per i serbatoi degli autobus, e quei beni immobili non saranno utili davanti a un distributore. Ci vogliono almeno quindici milioni per pensare di portare avanti l’azienda e tirarla fuori da questo momento drammatico. Poi si può pensare al domani».
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Il Mattino