Niente più biglietti in vendita a bordo dei bus e all'interno delle stazioni del metrò. L'Anm ha finito le scorte. Si tratta dei ticket venduti direttamente...
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Il caso è esploso all'inizio della scorsa settimana. Venerdì il Consorzio ha risposto ad Anm. «Non ci risulta - spiega il presidente di Unico Campania, Gaetano Ratto - che gli autisti non abbiano i biglietti. Nelle loro mani, secondo i dati aggiornati a venerdì, ci sono 75.119 titoli, per un controvalore di 112.678 euro». La procedura prevede che i blocchetti da 60 a 250 biglietti siano consegnati direttamente agli autisti, che li vendono e poi entro il terzo giorno del mese successivo sono tenuti a versare l'intero incasso al Consorzio. La quota sull'aggio viene poi rimborsata sul successivo stipendio. «Al momento - riprende Ratto - gli incassi di quei biglietti non ci sono stati riversati. E sulla base delle medie di vendita, pari a 50-60mila ticket al mese, hanno quindi una disponibilità per altri 2 mesi. Non sappiamo perché ci sia stata segnalata questa emergenza, che potrebbe essere anche reale, e alla quale abbiamo risposto ufficialmente. Ma se non ci riversano i corrispettivi, per noi le giacenze sono ancora lì. Non possiamo dare nuovi titoli fino a quando non ci avranno girato gli incassi, perché possiamo programmare la stampa sulla base di quanto ci forniscono. Noi ci orientiamo su una gestione prudente. Certo, se Anm ci autorizza a consegnare titoli oltre le scorte ragionevoli, siamo disponibili».
«Apprendiamo con forte preoccupazione - scrivono in una nota i sindacati Filt Cgil, Fit Cisl e UilTrasporti - che gli operatori addetti alla vendita di titoli di viaggio aziendali sono impossibilitati ad approvvigionarsi a causa dell'azzeramento delle scorte interne. Una situazione che, in particolare nel fine settimana, danneggia le finanze aziendali, esponendo tutto il personale alle proteste degli utenti». «Spero che il Consorzio e Anm - spiega Nino Simeone, presidente della commissione Trasporti - intervengano quanto prima nel risolvere questi conti in sospeso nell'interesse dei viaggiatori che ogni giorno fanno le capriole per trovare un biglietto, perché le macchinette sono guaste o non danno il resto».
I DATI
La vendita a bordo dei ticket a prezzo maggiorato, ideata per la lotta all'evasione, da quando è partita - il 20 dicembre scorso sui bus, dal 26 marzo anche su metrò e funicolari - ha segnato un trend in continua crescita: passando dai circa 10mila euro di incasso di gennaio ai 55mila euro di luglio. Si tratta di uno dei punti del protocollo d'intesa firmato dai sindacati con Comune e Anm il 20 ottobre scorso. Secondo l'accordo la quota per i dipendenti sulla maggiorazione di 40 centesimi è dell'84% dell'aggio, praticamente tutto il sovrapprezzo, al netto di Iva e dei costi di gestione. L'accordo prevede che in caso di furto, previa denuncia da parte del lavoratore, Anm si faccia carico del 100% del valore solo per due volte.
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Il Mattino