Napoli ricorda la strage di Capaci: «Senza giustizia non c'è legalità»

Un momento storico che porta ad essere fisicamente distanti ma sempre uniti nel ricordo del 29esimo anniversario della strage di Capaci; un giorno commemorativo in memoria di...

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Un momento storico che porta ad essere fisicamente distanti ma sempre uniti nel ricordo del 29esimo anniversario della strage di Capaci; un giorno commemorativo in memoria di Giovanni Falcone: un uomo che è passato alla storia per il suo coraggio e la sua determinazione, un magistrato che ha dedicato l'intera vita alla lotta alle organizzazioni mafiose per il bene della collettività. La città di Napoli lo ricorda ponendo una corona di fiori ai piedi dell'albero della legalità, piantato nel 1994 in piazza Municipio dinanzi Palazzo San Giacomo e dedicato al pm anti-mafia Giovanni Falcone.

Una domenica che unisce e aggrega nel ricordo delle vittime del terrorismo mafioso, vittime che hanno lottato in nome della giustizia e della legalità. «Oggi il mio ricordo va al 23 maggio del 1992 - dichiara il Sindaco di Napoli, Luigi de Magistris - alla strage di Capaci, dove persero la vita Giovanni Falcone: emblema e punto di riferimento mondiale della lotta alle mafie; Francesca Morvillo - e degli agenti - Rocco Dicillo, Antonio Montinaro e Vito Shifani». Il sindaco ricorda la tragica vicenda dell'esplosione dell'autostrada A29, un attentato di stampo terroristico - mafioso organizzato da Cosa Nostra, che uccise il giudice Falcone, la moglie e gli agenti della Polizia mentre vi transitavano a bordo di tre Fiat Croma: «Una strage che ha cambiato la storia del nostro paese, ma, a 29 anni di distanza, la ricerca completa della verità e della giustizia è ancora ardua, e senza giustizia non c'è legalità. Uno Stato che non ha il coraggio di andare fino in fondo per ricercare la verità è come se non fosse uno Stato democratico. Lo vediamo anche di questi tempi, con le inchieste e le indagini sulle trattative Stato-mafia. Quindi io mi auguro che queste giornate servano a scuotere le coscienze civili per una rivoluzione culturale, come dicevano Falcone e Borsellino. E scuotere lo Stato per far sì che chi è corrotto venga sbattuto fuori e chi è onesto venga lasciato libero e sostenuto per ricercare la verità», conclude de Magistris.

Tra i presenti di oggi: il prefetto di Napoli Marco Valentini, il questore Alessandro Giuliano e i rappresentanti delle forze dell'ordine.

Da Palermo a Napoli, l'Italia non dimentica la strage di Capaci, le organizzazioni criminali sono più che attuali. Falcone e Borsellino hanno piantato un seme di coraggio che invita a proseguire in questa direzione; la loro lotta non può e non deve essere fine a se stessa, non può restare solo un esempio isolato di ribellione all'illegalità risalente al recente passato. Entrambi gli audaci magistrati, rappresentano un modello di alta legalità, un modello intramontabile di giustizia per l'intera collettività; fonte d'ispirazione per i singoli cittadini e per i giovani magistrati che dovrebbero per far sì che all'eco del loro nome, seguano azioni di giustizia e legalità.

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Il Mattino