«Nella prima telefonata mia sorella mi ha avvisato che mia madre era stata truffata di nuovo, era distrutta, piangeva. Mezz'ora dopo, la bella notizia: i carabinieri...
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Tutto frutto di un lavoro di prevenzione sul territorio: il truffatore non è stato bloccato per caso, i militari lo avevano già individuato e aspettavano il momento giusto per intervenire. «Mia madre è una persona anziana ma autosufficiente racconta il professore ma questo è il terzo episodio che le succede, uno riuscito e uno sventato. Sono bravi, sicuramente studiano le vittime. La cosa che più amareggia è che cose del genere minano l'autostima, per una persona già avanti con gli anni è un duro colpo. Però poi ho constatato che le forze dell'ordine lavorano con attenzione ed efficienza, ho avuto percezione di organizzazione e mezzi ottimi».
La storia parte da piazza Leonardo, quando i carabinieri della Compagnia Vomero notato un giovane che si aggira in scooter con fare sospetto. Lo pedinano fino a Posillipo, dove lo vedono entrare in un palazzo con una busta tra le mani. Pochi minuti ed esce di nuovo, a mani vuote. Si ferma lì vicino e aspetta. Dallo stesso edificio esce una donna anziana, una vecchina di oltre 90 anni, i militari la seguono con lo sguardo mentre va in una vicina filiale bancaria. Torna poco dopo e la vedono consegnare dei soldi al ragazzo. A quel punto intervengono e bloccano il giovane mentre si allontana. Viene identificato come Carlo Fiorito, 20 anni, napoletano. Anche la vittima viene rintracciata e l'intera faccenda viene ricostruita.
Viene fuori il classico copione delle truffe agli anziani. La donna era stata contattata da un giovane che, spacciandosi per suo nipote, le aveva detto che c'erano 450 euro da pagare per un acquisto. Subito dopo un'altra persona, qualificandosi come l'incaricato della consegna, le aveva detto che sarebbe passato a riscuotere. La signora ci aveva creduto e aveva pagato. Poi però il criminale aveva rilanciato: il «nipote» aveva richiamato disperato, stavolta si dovevano consegnare mille euro. E la donna, pur di aiutare quello che credeva fosse il parente, era andata a prelevare in banca e aveva dato il denaro a Fiorito. I soldi sono stati recuperati e Fiorito è stato rinchiuso nel carcere di Poggioreale; sono in corso indagini per verificare il suo eventuale coinvolgimento in episodi analoghi.
«Ero in aula quando mia sorella mi ha avvisato ricorda il figlio della vittima mi ha detto che mia madre era distrutta perché era appena stata raggirata due volte di seguito da un ragazzo che si era fatto consegnare i soldi. Prima di riprendere la lezione mi sono rivolto ai miei studenti amareggiato, ci siamo chiesti in che tipo di contesto vivessimo, dove nemmeno le vecchiette vengono risparmiate. Poi, dopo mezz'ora, mi è arrivata una seconda telefonata. Sempre da mia sorella, che questa volta era contenta. Ti devo dare una bella notizia, mi ha detto. E mi ha raccontato che era stata appena contattata dai carabinieri: il giovane che aveva truffato mamma era stato preso. Così mi sono rivolto di nuovo ai miei ragazzi elogiando l'efficienza dell'Arma, ho detto loro che mi ero ricreduto e che, forse, viviamo in una società più civile di quello che pensavo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino