Napoli, sgominato il gruppo di fuoco del clan Nappello: nell'ordinanza anche il boss ucciso una settimana fa a Miano

Proseguono incessanti le indagini della polizia di Stato del commissariato Scampia nei confronti di elementi appartenenti all’organizzazione camorristica dei Nappello. ...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Proseguono incessanti le indagini della polizia di Stato del commissariato Scampia nei confronti di elementi appartenenti all’organizzazione camorristica dei Nappello.


Lo scorso 25 maggio vennero arrestati sei estorsori, ieri sono stati assicurati alla giustizia cinque rapinatori.  
 
I poliziotti del commissariato e della Squadra Mobile partenopea, dopo un’articolata indagine tesa all’individuazione dei soggetti operanti nel territorio di Miano nel campo delle rapine, collaborati da agenti del Reparto Prevenzione e Crimine Campania, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip Eliana Franco, a seguito delle indagini coordinate dai pm Loreto, Parascandolo e Capuano della Dda di Napoli, nei confronti di Michele Menna, 22anni, Pasquale Palma, 36anni, Pasquale Limatola, 37 anni, Pasquale Flagiello, 32 anni, Gennaro Ruggero detto “a cannola” 48anni, tutti affiliati al gruppo camorristico dei Nappello, attivo nel quartiere.

Particolarmente significativo è che tra i destinatari dello steso provvedimento ci fosse Carlo Nappello, 44 anni, ucciso lo scorso 27 maggio in un agguato camorristico in Miano.

Le investigazioni, sostenute dalle risultanze di attività tecniche e dalle immagini estrapolate da telecamere di videosorveglianza, hanno consentito di ricostruire  il modus operandi dei rapinatori, che con efferatezza e uso delle armi e avvalendosi del metodo intimidatorio tipico delle consorterie criminali di stampo camorristico si erano resi autori di una rapina a un esercizio commerciale nel settembre del 2016. I rapinatori indossando caschi e passamontagna e impugnando delle pistole presero in ostaggio una dipendente per poi svuotare le casse per un bottino di 25.000 euro. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino