Non appartiene «ad un contesto di clan» ed i suoi genitori «sono incensurati» fa sapere Luigi Rinella, capo della Squadra Mobile di Napoli, ma per lui...
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«In base ai primi accertamenti - dice Rinella - il ragazzo ha svolto il ruolo di gancio, sia nell'episodio del giovane fermato poco prima dell'aggressione al 17enne sia quando poi è stata la volta del minorenne ferito. Un modus operandi semplice che consiste nell'avvicinare la vittima, chiedere l'ora per accertare il possesso di telefonini ed altri oggetti di valore e poi agire, anche con violenza se necessario».
Una violenza che ha spinto i genitori di Arturo e migliaia di ragazzi, a partire dagli studenti del Liceo Cuoco Campanella frequentato dal 17enne accoltellato, a scendere in piazza venerdì scorso per dire basta alla violenza.
«Non mi aspettavo tante persone presenti materialmente alla manifestazione di protesta, ma neanche mi aspettavo il sostegno su altri piani» dice il 17enne. «Come mai? Come mai io?» si chiede dal letto dell'ospedale Arturo. E aggiunge: «Non riesco ancora a comprendere, a elaborare. Ricordo sensazioni, rumori, movimenti, ma non saprei come collegarli. Naturalmente, ho cercato di difendermi».
Ancora convalescente, Arturo è stato trasferito dall'ospedale San Giovanni Bosco all'ospedale Monaldi per effettuare ulteriori accertaementi. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino