Un paio di possibili scivoloni di sapore familistico, ma anche uno scenario amministrativo più ampio, caratterizzato da denunce e ricorsi tra i protagonisti della vita...
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Ma partiamo dalle recenti accuse mosse della Procura di Napoli, per provare a fare luce sulla gittata di una indagine incardinata su un doppio binario investigativo: il primo riguarda le ipotesi mosse in una denuncia a carico di Agnese Iovino, fino a qualche giorno fa direttrice generale della Azienda sanitaria.
Stando a quanto emerso finora, la donna è ritenuta responsabile di aver favorito la figlia (un medico in via di specializzazione) e la nuora, in merito ad alcune borse di studio bandite dalla Asl. Ma c’è anche un secondo livello investigativo, un altro target che punta a fare chiarezza sulla recente gestione commissariale (che non appartiene alla Iovino, ndr) in materia di appalti e finanziamenti a imprese: roba - quest’ultima - che riguarda diverse decine di milioni di euro che sarebbero stati veicolati in modo quanto meno sospetto. Ma andiamo con ordine, a partire dalle accuse mosse in questi mesi dalla Procura di Napoli a carico della Iovino.
Abuso d’ufficio è l’ipotesi investigativa formulata di recente nei confronti della ormai ex direttrice generale della seconda azienda sanitaria napoletana. È stato il pm Graziella Arlomede a firmare un avviso di proroga delle indagini a carico della professionista, in relazione a un presunto trattamento di favore riservato alla figlia e alla compagna del figlio. Ipotesi al vaglio dei pm. Stando alla ricostruzione emersa finora, la Iovino avrebbe firmato una proroga di qualche mese della borsa di studio vinta dalla figlia.
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