Dalla cialtroneria al “farabuttismo”: questo il termine usato dal governatore campano Vincenzo De Luca per definire il comportamento dei furbetti del cartellino...
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Per contrastare l’assenteismo in corsia De Luca ha dato mandato agli uffici di Palazzo Santa di elaborare soluzioni più rapide per controlli e verifiche da attuare a monte e a valle della registrazione di presenza. Tra le soluzioni indicate l’estensione, a tutte le strutture sanitarie e ospedaliere della Campania, del sistema di rilevamento delle impronte digitali, da concordare d’intesa con l’autorità garante della privacy. Un’azione, quest’ultima, già adottata nei mesi scorsi presso il Ruggi d’Aragona di Salerno. Qui sono stati in totale 202 i dipendenti per i quali la Procura ha formulato richieste di rinvio a giudizio per truffa ai danni dello Stato su quasi mille persone indagate (con numerose posizioni poi stralciate e ridotte a meno di 500), mentre si attende domani l’udienza per altri 84. Una soluzione che, tuttavia, il direttore della Asl Napoli 1 Elia Abbondante considera troppo onerosa. «Qui non si tratta di un solo ospedale – spiega il manager - ma di 24 strutture tra ospedali e distretti, cui si aggiungono altri 60 centri periferici per oltre 8500 dipendenti. Occorrono investimenti sottratti all’acquisto di farmaci, presidi e altre attrezzature sanitarie. Approfondirò la questione in base ai costi stimati. Il nodo vero è a mio avviso la filiera dei controlli. Per ora ci stiamo organizzando sia per potenziare la squadra d’ispettori interni sia per istituire collaborazioni istituzionali volte a rendere strutturali le attività di monitoraggio».
Intanto a scorrere sul web la lista dei principali dispositivi per i rilievi biometrici di presenza i costi oscillano dai 150 euro per quelli più economici fino a 500 euro per quelli più sofisticati. Facendo una media e moltiplicandola per i punti di accesso della Asl la spesa ammonterebbe a circa 21 mila euro. Valutando al raddoppio il numero dei dispositivi necessari e i costi d’installazione non si va oltre la soglia dei 200 mila euro.
Sulla questione del rilievo delle impronte digitali interviene anche il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia: «Non ho nulla da obiettare, le Regioni sono autonome in queste scelte – avverte la Ministra ospite di Bruno Vespa a “Porta a porta” – tuttavia non dobbiamo arrivare a uno Stato di polizia per i furbetti del cartellino ma essere rigorosi nei controlli».
Un’altra misura indicata da De Luca è la firma di un protocollo d’intesa con i Nas per effettuare controlli congiunti insieme agli uffici ispettivi regionali. Terza ipotesi, infine, la responsabilizzazione di più funzionari nel controllo delle presenze delegando su ogni turno un responsabile chiamato poi a rispondere di eventuali violazioni. Ciò per evitare che alla mancata verifica di un coordinatore, che a sua volta può essere assente, il rilievo della presenza dei dipendenti di un settore o reparto sia affidata elusivamente alla responsabilità dei singoli. Insomma una strategia complessiva di contrasto alle truffe del cartellino capace di rendere la vita più difficile se non impossibile la vita ai furbi del cartellino. Il vantaggio sarebbe massimo se poi si riuscisse a trovare anche la strada per migliorare la produttività e verificare il lavoro di chi marca in servizio ma resta dietro una scrivania di un distretto o imboscato in un ufficio di una Asl senza fare nulla. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino