Napoli, autismo: «Fondamentale confronto tra associazioni e cittadini»

Napoli, autismo: «Fondamentale confronto tra associazioni e cittadini»
Si è svolto presso la sede della Direzione Generale di Frattamaggiore l’incontro tra il Direttore Generale dell’ASL Napoli 2 Nord Antonio d’Amore, la...

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Si è svolto presso la sede della Direzione Generale di Frattamaggiore l’incontro tra il Direttore Generale dell’ASL Napoli 2 Nord Antonio d’Amore, la dr.ssa Anna Capocasale, Responsabile del Centro Unico di Salute Mentale in Età evolutiva dell’ASL, la signora Rita d’Alterio, madre di un bambino autistico e la Presidente di un’associazione campana di genitori di bambini autistici.



Nel corso della mattinata le madri, partendo dal caso della signora d’Alterio – già presentato anche in trasmissioni televisive nazionali – hanno evidenziato la difficoltà di trovare nella sanità pubblica le risposte coerenti con indicazioni terapeutiche peculiari non ancora previste dalle norme. Ha detto il dott. d’Amore, Direttore Generale dell’ASL Napoli 2 Nord: “Sappiamo quanto il problema dell’autismo impatti su molte famiglie del territorio e stiamo facendo ogni sforzo per verificare i servizi erogati ad oggi e aggiornarli, nel rispetto delle normative, in base alle indicazioni delle società scientifiche. Si tratta di un lavoro lungo e complesso che abbiamo appena avviato. In questo senso il confronto coi cittadini e le associazioni è fondamentale per verificare ciò che funziona e ciò che dobbiamo rivedere”.



Anche per promuovere un’offerta sanitaria più rispondente ai bisogni dei pazienti autistici, l’ASL Napoli 2 Nord ha costituito il Centro Unico di Salute Mentale in Età Evolutiva, diretto dalla dottoressa Anna Capocasale, con la finalità di garantire un modello di assistenza unico ed omogeneo sui 32 Comuni serviti dall’Azienda. Dice la signora D’Alterio, accompagnata dalla Presidente ANGSA Campania : “Gabriele è migliorato molto grazie alla terapia che segue da alcuni anni. Purtroppo si tratta di un percorso che ci siamo pagati da soli, dato che gli specialisti dell’ASL potevano è ancora oggi possono solo prescrivere cure tradizionali che, per il caso di mio figlio, non erano risultate efficaci. Ora l’ASL segue da vicino il caso e, grazie ai progetti socio assistenziali cofinanziati dai Comuni , ci garantisce una parte della terapia richiesta.


Nonostante ciò, oggi la mia famiglia è nella difficoltà di ottenere il risarcimento delle spese già sostenute e dobbiamo comunque pagare noi figure professionali che, pur essendo previste dalla Legge regionale, oltre che dall'Istituto Superiore di Sanità, non sono né prescrivibili né rimborsabili. Ringrazio la Direzione Generale dell’ASL e l’equipe multidisciplinare del Distretto Sanitario per il dialogo avviato e l’assistenza garantita, spero possa servire a risolvere questo problema che riguarda diverse famiglie, facendosi garante presso gli Assessorati competenti per il recepimento immediato della Legge Regionale.”
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Il Mattino