Autorità portuale di Napoli, tutti assolti: nessun accordo con concessionari

A nove anni dal blitz cadono le accuse per peculato, truffa e turbativa di gara

La stazione marittima di Napoli
Non c’è stato alcun accordo tra Autorità portuale e gruppi di imprenditori concessionari. Non ci sono stati condizionamenti di procedure amministrative e di...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA

- oppure -

Sottoscrivi l'abbonamento pagando con Google

OFFERTA SPECIALE

Leggi l'articolo e tutto il sito ilmattino.it

1 Anno a 9,99€ 89,99€

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Rinnovo automatico. Disattiva quando vuoi.

L'abbonamento include:

  • Accesso illimitato agli articoli su sito e app
  • La newsletter del Buongiorno delle 7:30
  • Tutte le newsletter tematiche
  • Approfondimenti e aggiornamenti live
  • Dirette esclusive

Non c’è stato alcun accordo tra Autorità portuale e gruppi di imprenditori concessionari. Non ci sono stati condizionamenti di procedure amministrative e di appalti, né sono stati dimostrati degli abusi da parte dei vertici che gestiscono le banchine napoletane. Accuse crollate al termine del processo di primo grado, a distanza di nove anni dal blitz disposto dalla Procura di Napoli, a colpi di misure cautelari, sequestri e avvisi di garanzia. Eccolo il verdetto firmato due sere fa dai giudici del Tribunale di Napoli (prima sezione, collegio A, presidente Conte, a latere Napolitano Tafuri e Somma), in favore degli ex vertici dell’autorità portuale di Napoli. 



Sono così assolti l’ammiraglio Luciano Dassatti e il controammiraglio Stefano Porciani, difesi dai penalisti Alfonso Furgiuele e Roberto Guida, per i quali i giudici hanno stabilito la completa estraneità rispetto alle accuse che travolsero le loro vite nell’ormai lontano 2014. Per loro sono caduti 15 capi di imputazione, con la decisione da parte dei giudici di entrare nel merito delle accuse. Stesso verdetto di assoluzione per Anna Ummarino (difesa dai penalisti napoletani Arturo e Errico Frojo) e Dario Piantedosi, entrambi manager della Nuova Meccanica Navale Srl, che erano stati coinvolti in concorso con il presidente dell’Autorità portuale Dassatti e dello stesso Porciani di una ipotesi di abuso d’ufficio, per aver adottato un regolamento d’esercizio dei bacini di carenaggio che di fatto, almeno secondo l’ipotesi accusatoria, avrebbe danneggiato Cantieri del mediterraneo. Parliamo di una ipotesi investigativa che non ha retto alla prova del dibattimento, non essendo emerse dal processo contatti irregolari tra presidenza e imprenditori. Assoluzione piena anche per Nicola Coccia (difeso dall’avvocato Sergio Schlizer), che ha dimostrato la correttezza della propria condotta a capo del Terminal di Napoli (quello, per intenderci, che rappresenta una sorta di biglietto da visita per chi sbarca sulle banchine di Napoli.


Nessun commento pubblico da parte dell’ammiraglio Dassatti, perfettamente in linea con il suo rispetto per le istituzioni. Preferisce che a parlare siano i magistrati, al termine del dibattimento, anche se chi gli è stato vicino in queste ore sottolinea la soddisfazione per essere uscito a testa alta da una vicenda che “nove anni fa devastò la sua vita professionale e la sua carriera militare”. Ad essere assolti anche Vincenzo Ambrosino Di Bruttopilo, Bruno Dardani, Barbara Gazzale, Pasquale Legora De Feo, al termine di un dibattimento nel corso del quale l’ente Autorità portuale si era anche costituita parte civile. 



Le vicende risalgono agli anni 2009/2011 e riguardano una serie di ipotesi di reati, tra cui peculato, truffa ai danni dello stato, abuso d’ufficio e turbativa di gara, commessi da alcuni concessionari in danno dell’Autorità Portuale di Napoli. Tutto ha inizio da esposti di alcuni concessionari, in una sorta di battaglia condotta da blocchi imprenditoriali - potenzialmente concorrenti - nella gestione delle concessioni per la gestione delle banchine. Decisivo l’esame degli imputati, ma anche il deposito - nel corso del dibattimento - dei vari pronunciamenti amministrativi di Tar, Consiglio di Stato, Autorità garante che imponevano una revisione dei regolamenti, per abbattere eventuali posizioni dominanti. Sessanta giorni per il deposito delle motivazioni, cala il sipario sul secondo filone d’inchiesta sulla Autorità portuale condotto all’inizio del decennio scorso, anche in questo caso culminato con assoluzioni.
  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino