Ordine avvocati Napoli, si cambia: ​staffetta in rosa per la presidenza

L'ipotesi del ticket Troianiello-Cavalli: due anni a testa per le più votate

Titti Troianiello e Dina Cavalli
Una possibile staffetta in rosa per la guida del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli. Al momento è solo una ipotesi, che assume consistenza nel corso delle...

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Una possibile staffetta in rosa per la guida del Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Napoli. Al momento è solo una ipotesi, che assume consistenza nel corso delle ore: una possibile presidenza assegnata per i primi due anni alla più votata tra i 25 neo eletti, vale a dire alla civilista Titti Troianiello, forte dei suoi 2380 voti; e per gli altri due anni del mandato alla penalista Dina Cavalli, che ha quantificato circa duemila voti.

Sia Troianiello che Cavalli sono al secondo mandato consecutivo: la prima è stata impegnata, tra l’altro, sulla Fondazione Castelcapuano; mentre Cavalli nell’ultimo quadriennio ha ricoperto il ruolo di vicepresidente del Consiglio. Stiamo parlando di ipotesi, null’altro che ipotesi, in vista di quanto verrà deliberato domani al termine della discussione nella prima seduta consiliare. Spiega al Mattino l’avvocato Troianiello: «Sono grata ai colleghi che mi hanno votato, per quanto riguarda le cariche che verranno stabilite venerdì mi rimetterò alle scelte del Consiglio». Stesso stile istituzionale da parte della vicepresidente uscente Cavalli, di fronte all’esigenza di dare forma alla volontà degli elettori, ma anche alle decisioni che saranno assunte nella prima assemblea del nuovo corso.

Fatto sta che domani, al centro della discussione, la possibilità di procedere con un turnover tra le due leader, all’insegna di un doppio mandato con scadenza biennale. Ma non è l’unico aspetto che verrà discusso nel corso della prima seduta del Consiglio degli avvocati. Sempre domani, infatti, bisognerà votare sul segretario e sul tesoriere. In sintesi, anche alla luce degli equilibri in corso, il ruolo di segretario dell’Ordine degli avvocati potrebbe toccare al consigliere Antonio Valentino, leader del Sindacato forense, al secondo mandato consecutivo, in stretta continuità con quanto svolto fino a questo momento; la carica di tesoriere dovrebbe invece andare a Nathalie Mensitieri, al secondo mandato di fila, protagonista negli ultimi quattro anni - tra l’altro - di un corso di formazione di diritto sportivo, che ha riproposto l’attenzione sul mondo delle regole da applicare alle realtà agonistiche di vario livello.

Inutile dire che resta centrale la necessità di votare per una leadership in grado di assicurare credibilità e autorevolezza all’intero Consiglio dell’Ordine degli avvocati. Come è noto, le urne hanno restituito un’assemblea divisa in due. Nessuno ha la maggioranza assoluta e le due liste che hanno strappato il maggior numero di voti e di consiglieri sono al lavoro per consolidare equilibri da spendere per i prossimi quattro anni, nelle rispettive partite da giocare. Ma proviamo ora a fare chiarezza sullo stato attuale, anche in vista delle decisioni che verranno prese domani: come è noto sono 12 i consiglieri che fanno capo alla lista “Liberi e coesi-Sindacato forense” (quella in cui sono stati eletti Troianiello, Cavalli, Valentino e Mensitieri); mentre sono 10 i neo eletti della lista “Per l’Avvocatura” che ha visto primeggiare il penalista (e uscente) Alfredo Sorge. Tre i nomi degli indipendenti, parliamo di Giovanni Carini, Ilaria Imparato e Gabriele Esposito, ora più che mai destinati a svolgere la funzione di ago della bilancia nell’assegnare la maggioranza alle due correnti in lizza. 

Decisiva a questo punto potrebbe diventare la questione dei vicepresidenti, questione che verrà discussa nella successiva seduta del parlamentino forense. Anche in questo caso, contano i voti presi e i rapporti di forza tra gli scranni di piazza Cenni. Tra i nomi dei papabili, spicca quello del penalista Carmine Foreste, al suo secondo mandato, al secondo posto tra i più votati. Per i vicepresidenti, è ossibile a questo punto che si proceda con tre nomine di vicepresidenti e non due come in passato.
 

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Il Mattino