È stato iscritto nel registro degli indagati della Procura l'agente della Squadra Mobile della Questura di Napoli che nelle prime ore dello scorso 4 ottobre ha sparato...
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Oltre alla pistola «scenica», priva del tappo rosso di riconoscimento, avevano anche a disposizione un coltello, trovato addosso al figlio di «Genny la carogna», i due giovani che la notte dello scorso 4 ottobre, a Napoli, hanno messo a segno una rapina finita in tragedia. A perdere la vita, raggiunto dai colpi di pistola esplosi da uno dei due agenti della Squadra Mobile in borghese intervenuti, è stato un giovane che avrebbe compiuto 18 anni il prossimo dicembre. Li aveva invece appena compiuti, 18 anni, lo scorso luglio, il suo complice, Ciro De Tommaso, che addosso aveva un coltello lungo 18 centimetri, con una lama da 7 centimetri. Lui e la vittima, entrambi con il casco integrale in testa e in sella a uno scooter rubato all'inizio di settembre, con una pistola scenica puntata al volto di uno dei tre ragazzi che erano a bordo di una Mercedes, si erano appena impossessati di 100 euro, di tre Iphone e anche di un borsello, appartenente a un quarto giovane, in quel momento non presente, contenente i suoi effetti personali e le chiavi di una costosa Porsche Cayenne. Sul cellulare di De Tommaso, inoltre, sono state trovate foto di armi e di denaro che, per gli inquirenti, potrebbero rappresentare la testimonianza della sua attitudine a delinquere.
A Ciro De Tommaso gli inquirenti della Procura di Napoli contestano, tra l'altro, la rapina aggravata e la ricettazione dello scooter. A suo carico ci sono gravi indizi di colpevolezza: le testimonianze delle tre vittime della rapina, la refurtiva, le armi e anche le immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona di via Duomo (luogo della rapina e della tragedia). L'udienza di convalida dell'arresto in carcere del figlio di «Genny à carogna», davanti al gip di Napoli Gabriella Bonavolontà, è fissata per domani.
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Il Mattino