Volevano trascorrere un sabato sera di festa nell'affollato centro storico di Napoli, ma la loro movida è finita all'ospedale dopo un brutale pestaggio. Le tre...
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Poche ore prima, in un diverso crocevia della movida, al quartiere Vomero, altro episodio da cronaca nera: alcuni ragazzini stanno per prendere la metropolitana in piazza Vanvitelli, probabilmente diretti verso i quartieri della periferia nord. Uno di loro estrae una pistola e fa fuoco, più volte. Solo dopo si scoprirà che l'arma è caricata a salve: sul momento si diffonde il terrore tra la folla di ragazzi e famiglie, si teme una sparatoria o un attentato, ci si accalca per fuggire e fortunatamente gli ampi spazi di via Scarlatti e dintorni consentono un deflusso senza cadute o feriti. Inutile dirlo, poteva andare molto peggio.
Sul primo episodio indaga la polizia di Stato, sul secondo i carabinieri. Nessun testimone ha assistito al pestaggio nel vicolo, quindi le telecamere di sorveglianza del centro saranno passate al setaccio; idem al Vomero, per identificare chi abbia sparato. Sul selciato, accanto alla stazione della metropolitana, è stato trovato un colpo a salve inesploso.
Due anni fa Napoli fu scossa per alcuni mesi da un'ondata di violenza con protagoniste bande di giovanissimi: numerosi accoltellamenti il sabato sera, il ferimento senza motivo del 17enne Arturo, rimasto a lungo tra la vita e la morte in ospedale, fino all'uccisione - marzo 2018 - di una guardia giurata all'esterno della stazione della metropolitana, colpita a morte da tre minorenni che volevano impossessarsi della sua arma. Il rafforzamento dei controlli, il varo di una strategia interforze e altre iniziative hanno ridotto il numero degli episodi gravi, ma la questione babygang resta, a Napoli, sospesa tra la priorità e la vera e propria emergenza. Lo dimostrano gli episodi della scorsa notte, ne è consapevole il nuovo questore di Napoli, Alessandro Giuliano, insediatosi ieri al posto di Antonio De Iesu, promosso vicecapo della polizia. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino