Droga confezionata da bambini per i clan: 45 arresti a Napoli

Droga confezionata da bambini per i clan: 45 arresti a Napoli
Bambini utilizzati per confezionare dosi di cocaina o per consegnarle agli acquirenti. È un particolare di un'indagine dei carabinieri della compagnia Napoli Centro,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Bambini utilizzati per confezionare dosi di cocaina o per consegnarle agli acquirenti. È un particolare di un'indagine dei carabinieri della compagnia Napoli Centro, coordinati dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, impegnati nell'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 45 persone, ritenute a vario titolo responsabili di associazione di tipo mafioso e di associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, spaccio di droga, estorsioni e detenzione e porto illegale di armi, reati aggravati dal metodo mafioso.

 
Le indagini hanno permesso di ricostruire l'organigramma del clan camorristico Elia, che controlla gli affari illeciti nella zona del Pallonetto di Santa Lucia a Napoli, poco distante da piazza del Plebiscito, da via Santa Lucia e dal lungomare partenopeo. Le indagini hanno permesso di far luce su casi di estorsioni a un ristorante costretto dai capiclan a regalie, sul pizzo imposto anche ai gestori delle piazze di spaccio e sull'utilizzo di altri minori coinvolti nello spaccio, insieme a numerose donne.

Nel corso dell'attività investigativa è stato anche scoperto che numerosi tassisti acquistavano dosi di sostanza stupefacente che usavano per fini personali ma anche per rivederle ai clienti. I capi del clan, i fratelli Ciro e Antonio Elia, anche loro tra i destinatari delle misure cautelari, si recavano a mangiare senza pagare da un noto ristoratore del Borgo Marinari di Napoli vittima delle estorsioni.
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino