Investì e uccise un bimbo di tre anni a Napoli, picchiato a sangue: ​ipotesi vendetta

Si tinge di giallo la violenta aggressione commessa due sere fa nella zona occidentale ai danni di un 51enne incensurato. Un pestaggio in piena regola. Ma a rendere più...

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Si tinge di giallo la violenta aggressione commessa due sere fa nella zona occidentale ai danni di un 51enne incensurato. Un pestaggio in piena regola. Ma a rendere più intricata la matassa delle indagini c’è un particolare: la vittima del linciaggio è lo stesso uomo che il 25 giugno scorso, mentre era alla guida della sua utilitaria, perse il controllo del veicolo investendo un bimbo di tre anni e mezzo, uccidendolo. Ora - e su questo sta indagano la polizia di Stato - il sospetto pesante è che gli autori del pestaggio possano avere agito animati da una sorta di vendetta per quella tragedia stradale. 

Ma procediamo con ordine. E cerchiamo di ricostruire, sulla base degli accertamenti svolti dalla polizia, la sequenza dei fatti anticipata ieri da Fanpage. Siamo nel pomeriggio di mercoledì. Le lancette dell’orologio segnano le 18,35 quando lungo via Giacinto De Sivo - una traversa di via Cavalleggeri d’Aosta - il 51enne G.L.N., che è attualmente formalmente indagato dalla Procura della Repubblica di Napoli per omicidio stradale (e al quale è stata ovviamente sequestrata la patente di guida) sta percorrendo il marciapiedi in direzione stazione. All’improvviso gli si affianca un grosso scooter con due persone a bordo. «Mentre camminavo - ha spiegato il 51enne agli investigatori, in ospedale - ho visto giungere due uomini su una moto. Indossavano il casco, ma io non sarei in grado di identificarli perché non li avevo mai visti prima: improvvisamente mi hanno aggredito a mani nude, con calci e pugni, riducendomi quasi privo di sensi in terra. Non posso immaginare il motivo dell’aggressione, ma mi sento di escludere che volessero rapinarmi». 

Un pestaggio brutale. Al quale avrebbero assistito anche alcuni testimoni, che però - al momento - non si sono fatti avanti per fornire eventuali, ulteriori particolari. Colpi violentissimi al torace e alla testa dell’uomo, prima di dileguarsi piombando di nuovo a bordo della moto per fuggire in direzione via Cavalleggeri. Soccorso da alcuni passanti, G.L.N. è stato poi trasportato in codice giallo da un’autoambulanza del 118 all’ospedale Cardarelli: qui i sanitari - dopo avergli praticato una Tac - gli hanno diagnosticato un forte trauma cranico e la frattura del setto nasale (la vittima ha perso anche molto sangue). Ora è stato dichiarato fuori pericolo, ma resta ricoverato - in osservazione - nel nosocomio collinare. 

Indagini in corso da parte della Questura. Rese complesse anche per la mancanza di dispositivi di videosorveglianza pubblica nella zona in cui si è consumata l’aggressione.

Che cosa si cela dietro il raid? Quali ragioni hanno animato gli aggressori ad un simile pestaggio? Inevitabile che gli investigatori seguano anche la pista di una possibile “vendetta” maturata mesi dopo la tragedia consumatasi a poche centinaia di metri di distanza dal luogo del linciaggio, in quella via Marco Polo dove il 51enne ora ferito in ospedale strappò - per una assurda distrazione fatale mentre era al volante della sua macchina - la vita al piccolo Christian, che in compagnia della mamma (anch’ella investita e ferita) era appena uscito di casa per andare in spiaggia.

Una tragedia che si sarebbe potuta evitare. La donna era con due dei suoi bambini quando furono travolti da una Suzuki sbucata dall’angolo della strada e finita sul marciapiedi. L’uomo alla guida si fermò a soccorrere il piccolo, mentre una folla minacciosa tentò di linciare il pirata della strada. Le indagini sono ancora in corso: ma in quell’occasione gli stessi investigatori - dopo aver trattenuto e interrogato il 51enne - nell’atto di rilasciarlo a piede libero gli consigliarono di abbandonare il quartiere dove vive. Di trasferirsi altrove, magari da qualche parente, per evitare rischi di nuove aggressioni. 

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Il Mattino