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Napoli tra le grandi capitali della solidarietà, nonostante le problematiche sociali che l’attanagliano, a iniziare dalla povertà dilagante contenuta anche dal Terzo settore. E Napoli, non a caso, è anche la capitale del reddito di cittadinanza sono oltre 200mila i percettori. Tutti segnali di un popolo in difficoltà. Eppure i numeri della solidarietà accendono una luce di speranza fanno: Sono oltre 68mila i volontari che fanno attività benefiche e circa l’8% delle persone ha più di 14 anni. È la radiografia che viene fuori dal Rapporto «Sussidiarietà e sviluppo sociale», realizzato dalla Fondazione per la Sussidiarietà, in collaborazione con Istat, presentato ieri in sala giunta del Comune dal sindaco Gaetano Manfredi e dall’assessore al Welfare Luca Trapanese.
Al tavolo - per discutere di questi fenomeni - il sottosegretario all’Economia Lucia Albano, Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà; Stefano Consiglio consulente del sindaco e presidente designato della Fondazione “Con il Sud”; Alberto Sinigallia, presidente della Fondazione e Progetto Arca e suor Elvira Dongu, Associazione San Camillo Onlus. In questa cornice Trapanese lancia l’allarme. «Sono aumentati senza fissa dimora stiamo ben oltre le 2000 unità e ci stiamo attrezzando per altri 150 posti letto. Sono aumentati i poveri, sono 28mila le famiglie napoletane che hanno fatto richiesta al Comune per avere il bonus utenze fino a 400 euro per pagare le bollette. Ma noi al massimo potremmo esaudire le richieste di 20mila famiglie perché abbiamo bisogno di fondi. E l’eliminazione del reddito di cittadinanza avrà un effetto devastante sulla nostra città». Per avere un’idea di quante persone impattano sul bonus utenze considerando nuclei da 4 persone si va ben oltre i centomila napoletani.
Chi sono i volontari? Due terzi operano nell’ambito di organizzazioni, mentre la restante parte lo fa in silenzio dando il proprio contributo, sono gli invisibili dell’altra parte della barricata e sono pari: 51% i maschi e 49 le donne in gran parte tra i 45 e i 64 anni.
Parola al Sottosegretario: «Abbiamo la necessità di riorganizzare gli strumenti esistenti e di ipotizzarne di nuovi - dice la Albano - per aiutare gli attori che lavorano nella sussidiarietà, anche in vista della prossima riforma fiscale che terrà certamente conto delle istanze provenienti dal settore». Per Giorgio Vittadini, presidente della Fondazione per la Sussidiarietà «la ricerca, la prima del genere in Italia, dimostra che la presenza di un privato sociale attivo e dinamico contribuisce ad attenuare le condizioni di disagio e favorisce l’occupazione. Il terzo pilastro tra Stato e mercato, quello della comunità, gioca un ruolo chiave per lo sviluppo. E la vivacità della cultura partenopea favorisce i fermenti sociali. Lo studio mostra che la sussidiarietà è il carburante nel motore del sistema socio-economico».
Chi sta sul territorio snocciola dati: «Aiutare le persone fragili a riprendere in mano la propria vita è da sempre la nostra mission - spiega Sinigallia di Fondazione Progetto Arca - Nel tempo i nostri servizi si sono sviluppati in tante città, come a Napoli, tenendo sempre come obiettivo i 2 pilastri fondamentali della vita: casa e lavoro. Grazie al contributo dei 440 volontari nel 2022 abbiamo distribuito 242.700 pasti ai senza dimora, di cui 36.700 a Napoli; e abbiamo consegnato 18.400 pacchi alimentari alle famiglie indigenti, di cui 4.800 a Napoli. Azioni che partono dal bisogno primario del cibo ma utili a instaurare una relazione di fiducia che punta al reinserimento abitativo e lavorativo».
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