Da rapinatore ad aspirante boss: ecco chi è l'uomo dei kalashnikov alla Pignasecca

Da rapinatore ad aspirante boss: ecco chi è l'uomo dei kalashnikov alla Pignasecca
Per almeno venti anni si è occupato di furti e rapine, reati predatori, una vita da mediano del crimine. Poi, negli ultimi tempi, il balzo in avanti, unito a buona dose di...

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Per almeno venti anni si è occupato di furti e rapine, reati predatori, una vita da mediano del crimine. Poi, negli ultimi tempi, il balzo in avanti, unito a buona dose di marketing.


Parliamo del nuovo boss del Cavone, il probabile regista delle stese che stanno terrorizzando la zona della Pignasecca, l'uomo che punta ad arginare i Ricci-Saltalamacchia, a ricacciarli indietro verso i Quartieri Spagnoli. Eccolo il profilo del boss dei kalashnikov, dell'aspirante capoclan che in queste sere - tra venerdì e domenica notte - ha mandato i propri uomini armati di mitra a sparare contro auto in sosta, mirando rigorosamente con la canna ad altezza d'uomo.
 
Non ha ancora quaranta anni, le forze dell'ordine sanno tutto di lui. Lo hanno visto crescere e mutare pelle, forte dell'improvviso vuoto criminale che si è creato nella sua zona - il cosiddetto Cavone - dopo la fine del decennale potere dei Lepre di Ciro lo «sceriffo». Due anni decisivi, per l'ennesimo emergente dello scacchiere criminale del centro storico. Una polveriera quotidiana, attraversata dai «barbudos» della Sanità, ma anche dalle paranze dei bimbi di Sibillo, che ha rimescolato tutto. E lui, lì al centro del caos, sembra che ci abbia saputo fare. In che modo? Ha usato il tam tam della comunicazione, ha messo in giro la notizia del suo ruolo di killer in un delitto eccellente, di quelli che hanno cambiato gli equilibri a ridosso di piazza Dante.


Vero o falso che sia, ora in tanti sanno che ha uno spessore diverso. Non è uno che fa scippi o rapine, anzi, è uno che le ha fatte e che ora è cresciuto: ha fatto i morti, ha fatto «tum tum», quindi può mandare i killer (o aspiranti tali) a fare stese e spedizioni punitive. Fa paura, incute timore. Ed è lui ad essere indicato come l'uomo che punta alla conquista dei traffici criminali - droga in primis - nella zona della Pignasecca, la famigerata «terra di mezzo» che da anni chiude e riapre, cuce e riaccende i veleni tra cartelli criminali diversi: quelli dei Quartieri Spagnoli e quelli a ridosso delle cave di tufo di piazza Dante. Scenario complesso, si scava nelle telecamere di sorveglianza che da qualche tempo sono state messe in funzione nella zona. Non tutta l'area è videocontrollata, ma la speranza è di risalire agli autori dell'episodio da far west di domenica notte. Una sventagliata di mitra, colpi messi a segno contro un paio di auto e le pareti di un edificio nella zona di piazza Pignasecca. Un agguato finalizzato a colpire il gruppo dei Ricci-Saltalamacchia, negli ultimi anni pressoché egemone in una fetta di Quartieri Spagnoli. Il crollo dei Mariano - tra arresti, condanne e pentimenti - il controllo del sistema delle piazze di spaccio a ridosso di via Toledo sono il loro punto di forza. Un confronto tra due cartelli criminali, che ora si contendono la terra di mezzo, quella popolosa zona cittadina dove da anni arrivano turisti attratti da pescherie e bancarelle: uno spaccato che ora rischia di essere sporcato dall'ennesima faida cittadina.
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Il Mattino