Maradona, pistola e Padrino: com'è amaro lo zucchero greco

Maradona, pistola e Padrino: com'è amaro lo zucchero greco
Ecco ci risiamo. Di nuovo lo stereotipo (abusato) contro Napoli (e i napoletani). Ma perché poi? Una scelta di marketing per pubblicizzare o vendere qualcosa? No,...

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Ecco ci risiamo. Di nuovo lo stereotipo (abusato) contro Napoli (e i napoletani). Ma perché poi? Una scelta di marketing per pubblicizzare o vendere qualcosa? No, macché. Insulto gratuito. Senza un perché. Accade in Grecia. Altro che una faccia, una razza che accomunerebbe ellenici e italiani. Figuriamoci. Perché nei bar di alcune isole turistiche come Corfù e Mykonos sono state distribuite bustine di zucchero che rappresentano Napoli con i simboli di Maradona (e fin qui va bene), una chiesa ma anche con Vito Corleone (e cosa c'entra il protagonista de Il Padrino che era siciliano poi) e una pistola. Come se non bastasse ecco la frase che sembra il titolo di un poliziottesco «Napoli vivere pericolosamente». Tutto in una sola bustina di candido zucchero.

 
A raccontare la vicenda radio Kiss Kiss a cui sono giunte diverse segnalazioni di protesta da parte di napoletani in vacanza nelle isole elleniche che si sentono giustamente offesi. E anche incavolati. Naturale. Perché poi non si capisce la ratio di questa scelta. La notizia, oltre a fare naturalmente il giro del web, è arrivata sia alla nostra ambasciata ad Atene che a palazzo San Giacomo dove un anno e mezzo fa è nato lo sportello per denunciare tutte le notizie diffamatorie su Napoli. Per far partire le querele proprio contro gli odiosi stereotipi partenopei. Vedremo. Per il momento a porgere le scuse è stato il distributore delle bustine. Ovvero tale Stavros Giaitzakis, general manager di Coffeland LTD, la società che ha prodotto e distribuito le bustine incriminate. «Ci affidiamo ad una ditta esterna e non volevamo offendere». 


«E nessuno di noi sapeva cosa volesse significare la scritta legata a Napoli. Verrà sicuramente bloccata la campagna pubblicitaria e la distribuzione di quel tipo di bustine. Ma non possiamo fermare ora il materiale già distribuito», dice candidamente. Quindi il danno è in questo momento irreparabile. Poi il manager ellennico si offre comunque di rimediare. Come? «Con l'aiuto dei cittadini partenopei possiamo applicare delle immagini che siano più consoni per rappresentare al meglio Napoli. Accetterò tutti i consigli per la produzione che partirà il prossimo mese». Ma perché il controllo non c'è stato prima della distribuzione? «È stato solo un errore, non posso che chiedere scusa». Si vabbè. Ma perché non ritirare subito queste odiose bustine? Mah. E qualcuno ironizza: «Non sarà mica una vendetta contro il caffè napoletano?». No perché vivere pericolosamente non riguarda certo Napoli ma avere il coraggio di sorseggiarsi un caffè greco.... Leggi l'articolo completo su
Il Mattino