Camorra, cancellati gli arresti della faida: è scontro tra Riesame e Gip

Camorra, cancellati gli arresti della faida: è scontro tra Riesame e Gip
Parlano di «vuoto motivazionale», di mancanza di valutazione critica delle singole posizioni prese in esame, di assenza di un raccordo tra le accuse depositate e il...

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Parlano di «vuoto motivazionale», di mancanza di valutazione critica delle singole posizioni prese in esame, di assenza di un raccordo tra le accuse depositate e il ruolo svolto dai singoli indagati. 


In sintesi, i giudici del Tribunale del Riesame bocciano il lavoro del gip, cancellando un blitz firmato dalla Dda di Napoli in materia di faida. Inchiesta per due omicidi consumati in una delle interminabili fasi di guerra di assestamento nella galassia degli ormai ex scissionisti del clan Di Lauro, su cui è evidente la divergenza tra giudici. Tre pagine di motivazioni firmate dalla decima sezione, presieduta dal giudice Nicola Quatrano (a latere Faillace e Catalanotti), per cancellare la misura cautelare che lo scorso luglio aveva bloccato in cella presunti killer e mandanti degli omicidi di Antonio Ruggiero e Andrea Castello. Cancellati gli arresti di Francesco Tubelli, Dario Amirante, Angelo Antonio Gambino, Francesco Paolo Russo e di Renato Napoleone, quest'ultimo indicato come presunto reggente degli Amato-Pagano, per altro unico a lasciare la cella per fare ritorno in una comunità dove è recluso per una precedente inchiesta per fatti di camorra.

Oggi, a distanza di una settimana dalla scarcerazione, è possibile conoscere i motivi che hanno spinto il Riesame a dare una spallata all'ultimo blitz in terra di faida. Nessun tono polemico, linguaggio misurato da parte dei giudici della decima sezione, siamo nel pieno delle regole della giurisdizione che impongono una valutazione degli atti su richiesta delle parti. Di fatto però risultano pesanti i rilievi mossi al gip, quando si cerca di ricostruire i capitoli della misura cautelare firmata lo scorso luglio dal giudice De Stefano. Scrivono i magistrati del Riesane: «Il giudice di prime cure, operata una premessa sull'origine delle investigazioni, ha poi riportato, sino a pagina 29, la descrizione e la ricostruzione dei fatti alla luce delle risultanze di indagine, ivi inclusi i verbali delle dichiarazioni rese dai collaboratori di giustizia Antonio Accurso, Paolo e Michele Caiazza, ed i testi delle conversazioni captate in ambientale in data 19 marzo del 2014, all'interno dell'abitazione di Giuseppe Riccio». 


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