L'episodio è di quelli da non sottovalutare, ed anzi da inquadrare in un contesto di estremo allarme. Dietro la furiosa sparatoria che nel cuore della notte tra...
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Alla centrale operativa della Questura giunge una telefonata (pare anonima) che segnala i colpi in strada. Imemdiatamente sul posto giungono le Volanti dell'Ufficio prevenzione generale, del commissariato Montecalvario e, poco dopo, anche gli esperti della Polizia scientifica. L'allarme risulta veritiero. E sull'asfalto vengono repertati ben 26 bossoli di kalashnikov, micidiale arma da guerra che fa ormai parte organica degli arsenali della camorra.
Che cosa cela questo misterioso agguato? Chi ne ha ordinato l'esecuzione? Saranno le indagini - coordinate dai pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia - a provare a interpretare il senso del raid, durante il quale (e questa è forse la sola buona notizia) nessuno è rimasto ferito.
E tuttavia un fatto appare chiaro. Stando a prime analisi investigative nel mirino degli uomini armati ci sarebbero i Mariano. A breve distanza dal luogo in cui sono stati ritrovati i bossoli c'è infatti l'abitazione di Ciro Mariano, oggi uomo libero ma con un passato che lo lega ai più gravi fatti criminali degli ultimi decenni. Ma, nel frattempo, tante cose sono cambiate ai Quartieri. Negli ultimi anni si è assistito ad una frantumazione di gruppi e famiglie criminali, come al dissolvimento di alleanze che - bene o male - garantivano una pax camorristica costruita sul reciproco interesse nella gestione delle piazze dello spaccio di droga, del racket e di altri traffici illeciti.
Partiamo da un punto fermo. Come detto, chiunque pensi di analizzare le dinamiche di camorra ancorandosi alla storia remota e prossima dei Quartieri spagnoli sbaglia approccio. La gestione degli affari criminali a ridosso di via Toledo, oggi, non è più quella che richiama ai vari capiclan e capizona - da Mario Savio o'bellillo e alla sola stessa famiglia dei Picuozzi (la famiglia dei fratelli Salvatore, Ciro e Marco Mariano, già gregari dei fratelli Giuliano quando vennero arrestati nell'ambito dell'inchiesta sulla Nuova Famiglia del 1984.
Com'è avvenuto di recente in molte altre zone del centro storico cittadino, i blitz, gli arresti, le condanne e i regimi di carcere duro imposti dal 41 bis hanno ritagliato contorni inediti e spesso anche imprevisti. Tra questi c'è stata l'ascesa delle cosiddette nuove leve di giovani e giovanissimi che - approfittando dei vuoti criminali - hanno tentato la scalata al vertice. Ritornando ai Quartieri, la relativa assenza dal territorio di Marco Mariano (ritornato in libertà un paio d'anni fa dopo aver scontato il suo conto con la giustizia) ha favorito l'ascesa di un'alleanza tra altre due famiglie considerate marginali negli anni di fuoco delle faide dei Quartieri: i Ricci e i Saltalamacchia.
Negli ultimi sei-otto mesi tra i vicoli di Montecalvario sembra essere invece riesplosa una guerra sotterranea tra i nuovi Mariano e il binomio Ricci Saltalamacchia. Una escalation che ha trovato il suo culmine l'altra notte nella sventagliata di kalashnikov proprio in uno dei feudi ritenuti inviolabili: la casa dell'ex boss Mariano.
Di stesa in stesa, di minaccia in minaccia, il clima sembra oggi essersi arroventato al massimo. Soltanto poche ore prima che arrivasse questo inquietante messaggio di piombo - e cioè nella notte tra il 14 e il 15 scorsi - altri colpi d'arma da fuoco erano risuonati nei vicoli dei Quartieri: in via San Liborio (e cioè in zona della Pignasecca, una delle basi operative dei Saltalamacchia) qualcuno giura di aver visto sfilare due coppie di centauri a bordo di potenti moto con le pistole in mano. Il 12 settembre, e sempre in vico Concordia, erano stati trovati numerosi bossoli di pistola calibro 9 sull'asfalto. Le prove di guerra sono cominciate. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino