OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Tempi serrati e primi intoppi per i lavori del “nuovo eco-quartiere” di Ponticelli, nella zona Est di Napoli. In estate è stato aperto il cantiere per ripulire gli spazi di via Fuortes che ospiteranno le nuove abitazioni per i residenti dei “bipiani”, i fatiscenti prefabbricati in amianto realizzati nel periodo post-sisma del 1980.
Da fine giugno, in particolare, si opera nello spazio a Nord della strada dove, nei primi anni Duemila, è stato rimosso un primo villaggio di alloggi precari. Poi l’area è stata abbandonata per anni trasformandosi in una boscaglia con ricadute sulla vivibilità dell’intera zona. I fittissimi rovi hanno nascosto i rifiuti sversati illecitamente tra cui quelli ritrovati a luglio in seguito alle operazioni di profonda pulizia del verde infestante avviate dall’impresa che, intanto, ha installato la recinzione lungo tutto il perimetro. Si tratta dei lavori del primo stralcio del progetto finanziato con le risorse del PNRR: prevista la demolizione delle strutture di fondazione degli ex bipiani e di altre operazioni per assicurare piena sicurezza.
Nell’area degradata, che si estende per settemila metri quadrati, sono stati ritrovati rifiuti pericolosi e inquinanti.
Il nodo è sui tempi. Occorre fare in fretta per rispettare la prossima “milestone” che prevede l’esecuzione del 50 per cento dei lavori entro il 31 dicembre 2023. Una stringente tempistica fissata per gli interventi finanziati dal fondo complementare al Pnrr, come evidenziato da Palazzo San Giacomo negli atti amministrativi utili ad autorizzare l’uso dei fondi pubblici.
Il piano di rigenerazione urbana del Comune di Napoli, di 35 milioni di euro, prevede di realizzare abitazioni, servizi e spazi verdi nelle due aree a ridosso di via Fuortes. Da quella a Nord - dove, appunto, si lavora da luglio - e quella a Sud dove ci sono ancora bipiani da bonificare e smantellare. Per questo ci sono già fondi a disposizione ma non si procede vista la presenza di famiglie che vivono in condizioni precarie da anni tra infiltrazioni d’acqua, allacci pericolosi, degrado, assenza di spazi adeguati e servizi.
La sfida è, dunque, creare un nuovo complesso abitativo sicuro, efficiente e che risponda a tutti i bisogni di residenti e, non da meno, a quelli della difesa dell’ambiente.
Leggi l'articolo completo suIl Mattino