Case, il piano del Comune di Napoli: «Vendere agli inquilini»

Coinvolti 24mila alloggi residenziali: «Asse con le banche, mutui agevolati»

L'assessore al bilancio Pier Paolo Baretta
Scatta l’operazione vendita degli immobili Erp – Edilizia residenziale pubblica - agli inquilini. Prezzi abbordabilissimi e soprattutto la possibilità per chi...

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Scatta l’operazione vendita degli immobili Erp – Edilizia residenziale pubblica - agli inquilini. Prezzi abbordabilissimi e soprattutto la possibilità per chi vi risiede e non è regola con i canoni di pagamento di sanare la propria situazione. Ne parla l’assessore al Bilancio Pier Paolo Baretta che da un anno ormai ha preparato il lancio di questo campagna. Che, nelle intenzioni di Palazzo San Giacomo, da un lato è una opportunità per i residenti in quelle case che si trovano soprattutto nei quartieri di Ponticelli, Soccavo, Pianura e Scampìa, e dall’altro una opportunità per la stessa amministrazione di fare cassa e di risparmiare soldi per la manutenzione degli immobili.

Parola a Baretta: «Tra le scelte che l’Amministrazione farà - spiega l’assessore - che proporrò in occasione della approvazione del bilancio, vi è quella di un piano di dismissione del patrimonio residenziale pubblico, a partire dagli Erp. Sono circa 24mila alloggi a Napoli, distribuiti in tutto il territorio. Le condizioni di vendita ai residenti saranno molto favorevoli: il canone, oggi modesto, varrà come riscatto, comprensivo degli arretrati. Studieremo anche agevolazioni bancarie per chi ritiene di prendere un mutuo per l’acquisto o per ristrutturare. Nel valore dell’immobile terremo conto dello stato in cui versa». L’assessore è determinato se anche solo un terzo delle 24mila case venisse venduto in Comune lo riterrebbero un grande successo non solo finanziario. «Si può pensare - conclude Baretta - ad un piano triennale a partire da settembre. Consentire ai molti cittadini napoletani che alloggiano in case Erp di diventare proprietari del proprio alloggio è una scelta di vita importante, che dobbiamo sostenere».

La vendita delle case Erp contribuirebbe ad abbattere i fitti passivi. Perché la cornice in cui si innesta questa strategia ha contorni terrificanti dal punto di vista della riscossione. «È stata avviata - si legge nella relazione di Baretta sul bilancio a proposito del patrimonio immobiliare - una ricognizione di tutte le situazioni irregolari, in relazione ai titoli e alla morosità, che NapoliServizi valuta in 264,5 milioni, che investono in gran misura sia gli immobili Erp, sia il patrimonio disponibile, sia ad uso abitativo che ad uso diverso, commerciale ed altro. Tale ricognizione ci consentirà di individuare le azioni da porre in essere in funzione degli obiettivi previsti dal “Patto per Napoli”, a partire dalle situazioni più esposte, con l’invio degli accertamenti esecutivi nell’auspicio che ciò induca tutti coloro che sono esposti a trovare col Comune e con l’Avvocatura una soluzione extragiudiziale al contenzioso». Insomma chi non acquista poi dovrà mettersi comunque in regola e potrebbe andare incontro a una revisione dei canoni che tenderanno a salire come sottoscritto dal Comune nel “Patto per Napoli”. Fermo restando che si continuerà a definire i procedimenti di regolarizzazione previsti dalla normativa regionale, che si è dotato di una anagrafe completa di tutte le case comunali e di chi le occupa. 

Tutto verrà presentato nel bilancio di previsione, tuttavia in Aula si sarebbe dovuto andare il 14 e in effetti l’Assemblea cittadina è convocata per quella data ma non discuterà il previsionale 2023-2025, ma solo 4 delibere tra cui quella del regolamento della Tari per cercare di parare il colpo degli aumenti che graveranno sulle famiglie. Il bilancio nella migliore delle ipotesi slitta a fine mese. La sostanza è che la maggioranza non riesce a fare sintesi, ci sono problematiche politiche che non si riescono a superare. Un classico quando c’è il bilancio alle porte. Con i consiglieri che fanno valere il loro indispensabile ruolo e relativo voto facendo pesare di «non essere troppo ascoltati dalla giunta». Un gioco nelle parti che sfocerà nel classico maxi emendamento a corredare la manovra economica dentro al quale gli eletti del popolo cercheranno di infilare investimenti del Comune a oggi non presenti nella manovra. 

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Il Mattino