Un episodio spiacevole quello che ieri sera ha avuto come protagonisti una dipendente del Gran Caffè Gambrinus e un giovane cliente. L’accaduto è stato...
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«Oggi 29-09-19 ore 18.57 insieme con mia madre mi sono recato al caffè Gambrinus (dove spesso vado) per prendere dei dolci e fin qui tutto bene – scrive il ragazzo, che studia scienze della comunicazione del cinema e del teatro e fa l’attore –. Al bancone dei dolci stava una commessa abbastanza alterata e scocciata con altri clienti stranieri». E continua: «Arrivato il mio turno le indico quali dolci volevo e lei cominciando ad urlare dice: E ma io come faccio a capire che cosa vuoi. Allorché le spiego che non riesco a leggere i cartellini con il nome poiché di fianco a me c'è un signore (in carrozzina) e che quindi posso solo indicarli. Lei ribatte dicendo: È inutile che me pigli pe’ scema, perchè je nun so’ scema». In quel momento ci sarebbe stata l’offesa: «Si gira e a quel punto avendo a che fare con un suo collega urla: Arò è asciut’ ‘stu ricchione. Io a quel punto le dico che anche essendo ricchione ho più educazione di lei. E di tutta risposta mi arriva un Accirete!». Poi il ragazzo conclude con un appello a quanti leggono il suo racconto: «Vi prego a tutti di condividere questo messaggio, non fatelo per me ma per chiunque, anche per voi stessi! Per un mondo più civile! Grazie».
Una richiesta che è stata accolta alla lettera dagli utenti del social network, considerando che il post è diventato virale, registrando più di 1.500 condivisioni in meno di 24 ore. Così la storia è arrivata ai responsabili di Arcigay Napoli, che in un comunicato esprimono solidarietà al ragazzo, ma sottolineano anche l’impegno profuso dall’organizzazione affinché le aziende accolgano al meglio i membri della comunità LGBT: «Gli insulti omofobi ricevuti da Luigi da parte di una commessa del Gambrinus, rappresentano solo l’evidenza di dinamiche assurde che si realizzano ogni giorno in numerose aziende, dove è imperante un linguaggio sessista e machista, che lede soprattutto le donne e la comunità LGBT – si legge nella nota sottoscritta dalla presidente del Comitato Arcigay Antinoo di Napoli, Daniela Lourdes Falanga –. Dinamiche che si innescano tra gli stessi dipendenti e che trovano spesso anche la complicità e il silenzio degli imprenditori». E aggiunge: «Il vero problema è che nelle aziende si tollerano espressioni di supremazia, volgarità e abusi di potere da parte di chiunque senta il bisogno di creare la vittima, e i responsabili sono quelli che girano la testa e fanno finta di niente». Poi conclude: «Il nostro comitato ha sempre creato reti solide con diverse aziende campane e ha sempre attuato campagne di sensibilizzazione, garantendo il benessere di molti lavoratori che facevano fatica anche a fare coming out. Continueremo con altrettanta determinazione a denunciare per determinare condizioni di benessere per tutte e tutti».
Da parte loro i titolari del Gambrinus respingono ogni accusa di omofobia e sessismo rivolta al locale: «Ai nostri tavolini si sono seduti personaggi del calibro di Oscar Wilde, che veniva con il suo compagno Alfred Douglas. E a un secolo di distanza di recente siamo stati set fotografico per il matrimonio civile del sindaco di San Giorgio a Cremano, Giorgio Zinno, col suo compagno – ricorda Massimiliano Rosati –. A dimostrazione che il Gambrinus è un luogo aperto a tutti senza alcun tipo di discriminazione. Napoli è la patria dell’ospitalità e noi ospitiamo chiunque ami la buona musica e il buon caffè».
Per cercare di dare un lieto fine a questa storia gli stessi titolari si sono attivati per individuare chi sia la dipendente accusata dal ragazzo e in giornata sarà organizzato un incontro tra i due protagonisti della vicenda: «In questo modo speriamo di fare chiarezza su quanto accaduto e di chiudere questo spiacevole episodio». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino