Napoli, nella stazione di Napoli Centrale la commemorazione delle vittime della strage del Treno Rapido 904

L'evento Sabato 23 dicembre, alle ore 12:15, presso l’atrio della Stazione Centrale di Napoli

Treno rapido 904
Sabato 23 dicembre, alle ore 12:15, presso l’atrio della Stazione Centrale di Napoli si svolgerà la tradizionale cerimonia commemorativa della strage del Treno...

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Sabato 23 dicembre, alle ore 12:15, presso l’atrio della Stazione Centrale di Napoli si svolgerà la tradizionale cerimonia commemorativa della strage del Treno Rapido 904, di cui ricorre il 39° anniversario.

L’iniziativa, finalizzata a fare memoria delle 16 vittime e dei 267 feriti cagionati dall’attentato dinamitardo consumato all'interno della Grande Galleria dell'Appennino il 23 dicembre 1984, è promossa dall’Associazione che riunisce i familiari delle stesse vittime, in collaborazione con il Comune di Napoli, la Fondazione Pol.i.s. della Regione Campania, Libera, Grandi Stazioni e Cgil Campania.

Nell’occasione, al binario 11, sarà svelata la nuova targa commemorativa in ricordo delle 16 vittime.
Interverranno, tra gli altri, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, la presidente dell’”Associazione tra i familiari delle vittime della strage del Treno Rapido 904 del 23 dicembre 1984Rosaria Manzo, e il presidente della Fondazione Pol.i.s. della Regione Campania, don Tonino Palmese.

«Vogliamo ribadire il valore della memoria di ciascuna delle 16 vittime e dei 267 feriti della strage, che ha segnato uno dei punti più cupi della storia della nostra Repubblica. Dietro ognuna di queste persone ci sono storie e sogni infranti, non dimentichiamolo mai», evidenzia la presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage, Rosaria Manzo. «La nuova targa e i nomi impressi su di essa, nomi di bambini, madri, famiglie intere sottratte alla vita, hanno un significato profondo, che unisce più generazioni. Fare memoria serve anche a questo e ad alimentare la speranza del futuro senza trascurare il passato, soprattutto nei suoi tratti più bui e drammatici». 

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Il Mattino