Coltellate nei vicoli di corso Umberto, arrestato ex difensore del Napoli: è accusato di tentato omicidio

Coltellate nei vicoli di corso Umberto, arrestato ex difensore del Napoli: è accusato di tentato omicidio
È stato convalidato il fermo dei due uomini bloccati il pomeriggio del 26 marzo e accusati di aver accoltellato i fratelli Gennaro e Carmine Saltalamacchia in via Miroballo...

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È stato convalidato il fermo dei due uomini bloccati il pomeriggio del 26 marzo e accusati di aver accoltellato i fratelli Gennaro e Carmine Saltalamacchia in via Miroballo al Pendino, davanti a un centro estetico. Si tratta di Giovanni e Massimo Russo, rispettivamente 52 e 37 anni, della zona, responsabili di concorso in tentato omicidio aggravato. I due, stando alla ricostruzione, effettuata anche sulla scorta di alcune testimonianze raccolte nell’immediato, avrebbero ferito le vittime con colpi al torace durante un litigio, a quanto risulta scoppiato per motivi passionali. I due fratelli, nipoti del ras detenuto Eduardo Saltalamacchia, erano stati trasporti al San Giovanni Bosco e al Loreto Mare e operati d’urgenza; ricoverati in prognosi riservata, non sarebbero in pericolo di vita. Giovanni e Massimo Russo, zio e nipote, e il secondo fidanzato con la figlia del primo, erano stati individuati dagli agenti dell’Ufficio Prevenzione Generale della Questura di Napoli e sono stati incastrati dalle immagini di alcuni sistemi di videosorveglianza che hanno ripreso l’aggressione; sottoposti a fermo la sera stessa, stamattina dopo l’udienza di convalida il gip del Tribunale di Napoli ha emesso nei loro confronti una ordinanza di custodia cautelare in carcere. 


Massimo Russo ha un passato come calciatore professionista. Promettente terzino, nella stagione 2002-2003 aveva giocato col Napoli ma era stato vittima di un grave infortunio. Successivamente era tornato sui campi da gioco con le maglie di Como, Avellino, Torres, Crotone, Paganese e Benevento e, nel 2015, era approdato al Procida. Risale a questo periodo la lite con un controllore su un autobus di linea, quando insieme ad alcuni compagni di squadra non aveva obliterato il biglietto: l’uomo, colpito al volto, era finito in ospedale. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino