Napoli, Centro storico Unesco: Manfredi nomina 17 esperti

La nascita del Comitato arriva a 5 mesi di distanza dalla conferenza al Palazzo Reale

La direttrice generale dell'Unesco Audrey Azoulay
Il sindaco Gaetano Manfredi ha varato il «Comitato tecnico-scientifico per la redazione del nuovo Piano di Gestione del Centro Storico di Napoli – Patrimonio Mondiale...

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Il sindaco Gaetano Manfredi ha varato il «Comitato tecnico-scientifico per la redazione del nuovo Piano di Gestione del Centro Storico di Napoli – Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco». A presiederlo è il docente e architetto della Federico II Alessandro Castagnaro.

Complessivamente le nomine sono 17 e tra queste spicca quella del docente ed ex assessore al Centro storico ai tempi della Jervolino sindaco Pasquale Belfiore, c'è il sovrintendente Luigi La Rocca. E ancora la vicesindaca e assessora all'Urbanistica Laura Lieto e il presidente della Commissione urbanistica del Consiglio comunale Massimo Pepe, il professor Gennaro Rispoli consigliere comunale e presidente dell'Osservatorio Permanente per il Centro Storico, Maria Grazia Falciatore capo di gabinetto del Comune e Luigi De Falco, ex assessore all'Urbanistica con de Magistris sindaco, architetto e rappresentante di Italia Nostra.

La nascita del Comitato arriva a 5 mesi di distanza - siamo a fine novembre del 2023 - dalla «Conferenza Italia - Unesco Cultural Heritage in the 21 st century», letteralmente «Il patrimonio culturale nel Ventunesimo secolo» svoltasi a Palazzo Reale per volontà della stessa Unesco. Non a caso fu scelta la nostra città. In quella sede - la direttrice generale dell’Unesco Audrey Azoulay nel suo discorso finale indirizzato a tutto il mondo perché tutto il mondo era presente a Palazzo Reale dove si svolsero i lavori - battezzò la nuova Costitiente dell'Unesco dal titolo emeblematico: «Lo spirito di Napoli». Cioè organizzare le politiche per tutti i centri storici del mondo contrastando la turistificazione, ovvero il fenomeno con il quale i siti perdono identità e soprattutto sono a rischio i patrimoni architettonici. E Napoli è vicina a questa involuzione. Ma nonostante ciò l'Unecsco scelse Napoli perchè da noi il Centro storico è letterlamente vissuto e urbanizzato. «Napoli è una città straordinaria dove niente si cancella, tutto si conserva, una città porosa: è questo lo spirito di Napoli cioè una città sempre in movimento» le parole della Azoulay,

Napoli come esempio e da qui la direttrice ha lanciato l'appello ai governi: «Dobbiamo potenziare le nostre azioni per ridurre l’impatto del cambiamento climatico, proteggere meglio il patrimonio dal turismo di massa che priva la popolazione stessa, le comunità locali, di godere della cultura e dell’identità cioè il loro stesso patrimonio culturale. Serve un turismo più morbido».

In questo contesto nasce il comitato degli esperti nominato da Manfredi il cui scopo è appunto redigere il nuovo Piano di gestione del Centro storico alla luce delle indicazioni dell'Unesco. Vale a dire patrimonio materiale e immateriale devono essere interconessi, quello materiale cioè i monumenti e quello immateriale vale a dire l’identità hanno sempre viaggiato su binari paralleli e mai si sono incontrati. Ora l'interconnessione serve per tutelare entrambe le questioni. 

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Il Mattino